Se si parte da una prospettiva legata all’entità del danno lo stalking organizzato non può essere assimilato ad un atto ostile similare a quello che potrebbe avvenire con una guerra, ma se si considera il risultato finale, lo stalking organizzato è molto più incisivo di una guerra vera e propria. C’è stata molta gente, anche nel campo militare, che hanno parlato di attività militari in riferimento a modalità ostili che non hanno nulla a che vedere con l’utilizzo di armi convenzionali. Di cosa si tratta nello specifico allora, quando nel linguaggio discorsivo una personalità che ha una certa credibilità si lascia andare ad affermazioni del tipo: guerra psicologica, guerra elettronica, guerra sociale, guerra economica, guerra mediatica. In un certo senso sono tutte legate da un filo conduttore, legato al controllo sulle società e sulle masse. Le società moderne e nello specifico le nazioni più sviluppate hanno al proprio interno, una cosiddetta distinzione di ceto, principalmente dovuta al grado di averi patrimoniali e/o reddituali che ogni individuo riesce ad accumulare e detenere. Tale distinzione non è palese o trascritta ma è evidente nei rapporti sociali. La maggior parte delle persone è del tutto ignara che tra queste distinzioni dovute al ruolo e alla ricchezza detenuta da ciascun individuo se ne aggiunge un’altra molto più incisiva e manipolatrice dovuta essenzialmente al controllo della società. Tale elitè, molto abbiente e con ruoli di prestigio nella società delle nazioni più sviluppate ha nel suo repertorio una molteplicità di attività e modalità affinché in un modo o in un altro vengono esauditi le loro necessità. Ma non si tratta di capricci o mere manifestazioni del potere ma bensì di vere e proprie strategie legate al controllo sulle masse e delle risorse. Tale elite transnazionali non hanno una concezione legata alla materialità, anche perché possono prendere decisioni in ogni ambito delle vita senza trovare praticamente nessuna resistenza, né di ordine economico, né di ordine fattuale, né di ordine morale. In questo contesto c’è da precisare che effettivamente un ordine morale deve essere in qualche modo rispettato, non possono essere superati alcuni limiti, non possono essere violate alcune leggi in maniera palese. In ordine a tali limiti l’elite ha cercato, sperimentato, sviluppato, utilizzato, determinate tecnologie e modalità tali da cercare di oltrepassare anche quel limite caratterizzato dall’ordine morale instaurato in gran parte delle società presenti. Come specificato codeste sono delle organizzazioni di individui molto potenti, “transnazionali” poiché presumibilmente sono formate da persone che provengono per nascita da diverse nazioni, ma non per questo si limitano a considerare le loro pretese con uno scopo mondialista, poiché potrebbero concentrare le loro forze e la propria attenzione verso una nazione specifica, con effetti problematici o addirittura devastanti per il Paese preso di mira. In un ragionamento complottista si troverebbe difficoltà nello scollegare tale tipo di organizzazione con i vari servizi segreti statali, anche perché se agissero in autonomia con una determinata azione illegale potrebbero in qualche modo uscire allo scoperto, per tale ragione queste organizzazioni, cioè queste individualità sono conosciute e conniventi negli ambienti della sicurezza e delle intelligence dei vari Paesi. Con gli anni in ambito di guerra “non convenzionale” si sono raggiunti diversi risultati impensabili, anche per le forti sperimentazioni dovute dalla presenza di vaste zone della terra (specie in Africa) in cui il limite morale era facilmente aggirabile. Il risultato è che oggi tale elitè non facilmente identificabile ma presumibilmente categorizzabile ha nel repertorio una serie di “metodologie” molto incisive, anche grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie è in grado di provocare nel lungo periodo gli effetti paragonabili di una guerra effettuata con le armi convenzionali. Se si prende poi in riferimento lo stalking organizzato, è risaputo che questo “crimine silenzioso” è rivolto verso una sola persona, quindi non è paragonabile ad una guerra collettiva, ma dalle modalità si può capire la portata e l’efficacia di queste “armi”. Chi conosce lo stalking organizzato conosce che questo crimine è sempre legato ad una sorta di “sorveglianza” speciale, duratura nel tempo e difficile da individuare. La stessa metodologia potrebbe essere utilizzata per effettuare tale sorveglianza su personalità in grado di incidere politicamente, economicamente, ideologicamente, ecc. su una certa popolazione. Altro aspetto dello stalking organizzato è il pregiudizio che hanno gli altri nei confronti della vittima, pregiudizio che è sempre alla base per un isolamento sociale. Anche se un mancato saluto, un comportamento indifferente da parte di coloro che non avrebbero dovuto averlo, il mobbing al lavoro, la mancata considerazione, il depauperamento, il cattivo andamento degli affari, il vedere i propri “avversari” sociali premiati dalla comunità, l’apatia, la perdita di lavoro o la mancata occupazione, ecc. sono fatti legati ad una moralità che in qualche modo viene infranta nei confronti della vittima di stalking organizzato, in un contesto più allargato questi atteggiamenti “programmabili” avrebbero dei riscontri ben più maggiori dell’isolamento sociale perché in un modo o in altro si provocherebbe un certo cambiamento delle singole “storie” e quindi della storia in generale di una nazione. Allo stesso modo si potrebbe avviare un processo di interruzione di determinate attività economiche, la prolificazione delle idee e connesso controllo della società. È bene ricordare come le vittime dello stalking organizzato siano in qualche modo invogliate in maniera diretta e indiretta a comportamenti autolesionisti, avvolte suicidi provocando un’alterazione psicologica non indifferente (molte vittime sono affette da patologie psichiatriche anche gravi). Allo stesso modo quindi possono essere prese decisioni in merito alla possibilità di far rinunciare a fare, obbligare a fare, incidere sulla personalità degli altri, fare violenza su altri, subire violenze in maniera passiva, ecc. Altro aspetto dello stalking organizzato è legato alla guerra elettronica e specificatamente all’inquinamento elettronico, dovuto principalmente alla sovraesposizione di alcuni a determinate frequenze. Il collegamento a fatti reali legati all’utilizzo di queste armi da parte di eserciti convenzionali è ampiamente documentato. Infine c’è la peculiarità che lega lo stalking organizzato con il mondo dei media, un rapporto molto difficile da dimostrare ma con molta correlazione per chi si è occupato di queste argomentazioni. Nella maggior parte delle volte che un messaggio mediatico è legato in un certo senso a fenomeni denigratori, di violenza, di rivalsa sociale, di esclusione sociale, di sopraffazione, ecc. questi sono sempre ricollegabili con una violenza di stalking organizzato in corso (per esempio molte canzoni musicali sono legate a tale fenomeno dovuto ad una strana legge che lega il successo della canzone alla sua qualità di generare un messaggio il più possibile distruttivo, con questo ragionamento non si vuole in nessun modo fare pubblicità alle canzoni sentimentali, ma fare presente che poche canzoni con specifiche tematiche sono riconducibili allo stalking). Altro aspetto riguardante il mondo mediatico è quello legato al successo di determinati comportamenti, anch’essi correlati con una più efficace violenza psicologica in atto. Per tale ragione molti comportamenti anche legati al sentimento amoroso sono condotti in uno stato talmente alterato da sembrare folli per un verso e attrattivi dall’altro (in questo caso non mi riferisco all’essere estremamente estroverso da parte di un determinato artista ma solo al comportamento sbagliato portato all’esasperazione). Quindi con questo tipo di sistemi una comunità, un gruppo sociale, un clan, un individuo può essere inserito in un meccanismo psicologico in cui non riesce a capirne il fine ultimo, ma soltanto un contorno fatto di stranezze, violenza, depauperamento e sofferenza di cui si cerca soltanto di lasciare ed evitare, rimanendo attivo solo per la vittima di stalking organizzato. Quindi con questi metodi legati ai mass media si possono controllare i comportamenti della maggior parte delle masse, influenzando la politica e i centri di comando, l’economia e il tessuto imprenditoriale, la società e la formazione delle idee e di gruppi. Continuando ad argomentare in ambito complottista si potrebbe anche dire che all’interno della società ci sono delle “sentinelle” passive che hanno solo il compito di controllare le dicerie, i movimenti, i fatti che accadono, la vita di tutti i giorni, i comportamenti delle persone. Queste cosiddette sentinelle in presenza di specifici presupposti si attivano in qualche modo per attivare queste modalità criminali su una singola persona e di convesso verso una collettività. Oppure attivare queste modalità subdole verso una collettività e indirettamente verso le singole persone che sono spinte inspiegabilmente in comportamenti “strani”. Come ho cercato di argomentare la guerra senza armi convenzionali è una cosa possibile e fattibile. In questo post si sono tralasciate tutte quelle dinamiche legate all’omicidio poiché ho cercato di spiegare l’argomento improntando la capacità di agire di queste elite restando in una determinata moralità. In un contesto ipotizzato del genere di certo non sarebbero un grosso problema gli omicidi cosiddetti mirati.
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AutoreL'importante è essere onesti, leali e rispettosi delle cose che ci sembrano più importanti. Le altre cose sono solo piccoli dettagli. Archivi
Giugno 2020
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