Nel considerare gli aspetti umani e quelli vitali, la pretesa di un sapere che travalichi le normali competenze non può che generare presunzioni e illogicità. Al di fuori della vita, se si considera la necessità naturale di trovare un apporto significativo dell’astratto, si cade appunto in presunzioni e illogicità. La mente nell’elaborare un concetto al di fuori delle caratteristiche biologiche deve assumere una basilare capacità di estraniarsi dalla realtà, che presuppone un differente approccio dalla concentrazione meditativa. Estraniarsi dalla realtà in primo luogo non è stare assorti in un comportamento indifferente rispetto al contesto, non è nemmeno solo isolarsi in contemplazioni mute e prive di sentimento. Estraniarsi non significa nemmeno coinvolgere il corpo in una specie di atarassia senza pretese alcuna. Un modo per potersi estraniare è quello di coinvolgere la mente e indirizzarla verso determinati confini onirici, al di là del pensiero appunto. Al di fuori delle sostanze tossiche, un processo di alienazione della mente verso nuovi parametri diversi dalla realtà di tutti i giorni può avvenire attraverso una costante pratica alla meditazione innovativa. Innovativa perché non è basata unicamente sulla concentrazione, ma sulle modalità affichè si può alterare la mente e quindi le visioni tramite la quale si acquisisce un potere di controllo della realtà. Tale potere non deve essere legato all’etimologia della parola, con potere si intende una modalità tramite la quale si coinvolgono più processi mentali, tale che le percezioni e di convesso i comportamenti siano legati anche all’astratto e alla realtà di tutti i giorni. Una forma di connessione del comportamento al mondo astratto diverso dalla realtà, intesa quest’ultima come gli aspetti umani e vitali. Astratto inteso diversamente dallo spirituale, anche perché spesse volte spirituale è utilizzato nel gergo comune per indicare i fantasmi, per tale ragione ho utilizzato la parola “astratto” più che spirituale. Le considerazioni sul mondo spirituale potrebbero essere anche utili, in un discorso afferente le forze e le influenze che deriverebbero dal mondo astratto che in antichità classica venivano individuati con il “daimon”. Oggi con la cristianità sarebbero collocati in concetti legati ai demoni o agli angeli. Anche se tali fattori di influenza si ponessero in una posizione determinante del comportamento conclusivo, di certo non potrebbero che realizzarsi solo in connessione con la coscienza in relazione con le emozioni. Il daimon fluttuante l’etere non sarebbe “attivo” in mancanza di emozioni e allo stesso tempo spostarsi nella coscienza globale, non intesa come conoscenza acquisita che ogni persona potrebbe avere, ma come meta sapere, pseudo conoscenza globale, nutrimento spirituale del quale in assenza non ci sarebbe l’esistenza del mondo spirituale. Al di fuori di ciò le considerazioni fatte non escludono una tale configurazione, ma è bene distinguere il mondo astratto da quello spirituale poiché ognuno di esso spinge nell’assimilare diversamente il significato delle meditazioni innovative. In parole povere non si considerano forme di influenza esterne alla meditazione innovativa. Infatti queste ultime si riferiscono per l’appunto all’astratto e non allo spirituale e ad ogni forma di influenza per cosi dire paradigmatica. Il corpo dovrebbe essere proiettato in un contesto alienato dalla materialità sospinto in anfratti uniti alle capacità mentali di non essere condizionato dalla volontà di fare o pretendere. Con ciò potrebbe essere utile riferirsi nello specifico ad una condizione di dormiveglia. Questa condizione è necessaria nella meditazione innovativa, tale che in assenza non si potrebbero attivare quei processi onirici capaci di proiettarsi in un sistema di coscienza allargata, unificata. In tale condizione le vibrazioni percepite e la connessione mentale sono in grado di generare dei significati, delle parole, delle vicende diverse dalla realtà circostante di tutti i giorni, diverse dagli aspetti umani e vitali. Da questa condizione poi si ci dovrebbe ricollegare con la coscienza singola, che nella pratica consisterebbe nello risvegliarsi, e in questo stato cercare di ricordare tutto quello che è successo nel dormiveglia. La fase del ricordo prevede di annotare e scrivere tutto ciò che è utile al fine di riprendere anche successivamente, in un secondo momento il vero significato della meditazione. Se nella fase della meditazione vera è propria non si riesce a stabilire un contatto ma solamente pensieri legati alle proprie preoccupazioni, oppure non si riesce a ricordare praticamente nulla, allora la meditazione innovativa è vana. Lo stato deve essere di dormiveglia, che dovrebbe durare il tempo necessario affinché ci sia una connessione con la coscienza unificata, dopo un risveglio e l’annotazione dei ricordi dal dormiveglia. La fase del dormiveglia può essere in qualche modo alterata in modo da orientare quella parte delle capacità oniriche che sono proiettate, mettendo nelle proprie vicinanze una fonte di calore o di freddo specifico. Le capacità mentali risentono molto del cambio di temperatura e in base ad esso, se calda o fredda ci sarà una determinata connessione con la coscienza unificata. Senza entrare nel merito delle altre influenze che potrebbero influire, il cambio di temperatura è legato al diverso grado di reciprocità che è insito con la propria coscienza e la coscienza unificata. In tale realtà alterata possono esserci anche specifici pericoli. Il discorso della lettura e quindi della comprensione del messaggio avuto in tali condizioni descritte segue invece una dinamica differente. Appena fatta la lettura, questa deve essere proiettata nella realtà circostante, quella di tutti i giorni e da questa partire per inserire il significato dell’attività onirica alla realtà concreta. Nella pratica una meditazione innovativa potrebbe seguire queste fasi:
02/02/2020
- Avere l’idea convinta di effettuare la cosiddetta meditazione, cioè la volontà di farla con l’impiego del tempo necessario per portarla a termine. Fare una precisa programmazione della quale si arrivi al momento della meditazione soltanto quando si è stanchi abbastanza, se è necessario evitare di dormire una notte. Il bilanciamento è essenziale affinché si arrivi ad una condizione di dormiveglia giusta e funzionale alla meditazione.
- Quando si è stanchi abbastanza ma non da dormire completamente, ci si prepara per la meditazione che non dovrebbe durare non più di poche ore, anche meno di un’ora può essere sufficiente. In questo caso deve essere trovato un bilanciamento affinché ci sia un risveglio prestabilito, attuato con qualsiasi attività che può comprendere quello di mettere una sveglia oppure farsi svegliare da altre persone. In questa fase può essere accostata una fonte di calore o di freddo, o preferire un approccio neutro molto più facile. Il bilanciamento della temperatura cambia il tipo di connessione. Anche se le prime meditazioni dovrebbero essere neutre, cioè senza variazione di temperatura.
- Svegliati dal dormiveglia in un modo o in un altro e dopo vari tentativi affinché ci si stabilisca veramente una reale connessione onirica con la coscienza unificata, prendere coscienza di se e trascrivere tutto il ricordo che si è avuto nella fase precedente, anche romanzando gli avvenimenti oppure trascrivendo le parole esatte. Se ci si trova per esempio in prima persona in un ambiente fatto di luci che hanno un determinato colore o si riesce a cogliere il significato di una vicenda, queste è meglio che vengono in qualche modo romanzate. Se invece non si è in prima persona e si colgono soltanto alcune parole e colori, allora è meglio trascrivere tutto. La difficoltà sta nel fatto che non è facile stabilire una connessione con la coscienza unificata e dovranno essere messi in pratica innumerevoli tentativi per capire il vero funzionamento. La trascrizione è una fase importante in chiave prospettica della realtà inerente la coscienza singola, di chi sta facendo la meditazione innovativa, perché dal vero significato possono emergere sfumature che sono direttamente collegabili con la vita di tutti i giorni che trascorre.
- Finita la trascrizione, il compito principale che dovrebbe spingere alla meditazione intesa come concentrazione è quello di collegare la vicenda colta nel mondo astratto al mondo reale. Questa però non avviene immediatamente ma ci potrebbe essere la necessità di attendere qualche giorno per meditare bene e capire il nesso logico.
02/02/2020