Il mondo spirituale a differenza di quanto può essere immaginato è una realtà finta e falsa, perlomeno la pensa cosi chi scrive. Lo è di più se si ritiene vero e in considerazione l’aspetto della possessione sugli esseri umani. Tutto ruota intorno al pensiero e alla mente. La mente è in grado di generare una miriade di connessioni tali da essere condotte in un unicum di pensiero specifico all’azione o all’introspezione. Quindi dire che l’uomo è influenzato o manipolato spiritualmente è una bugia. La prima motivazione è nel rigettare per intero quei fenomeni legati alla possessione spirituale poiché nel ricondurre una spiegazione logica e razionale a quegli avvenimenti specifici si riesce sempre a dimostrare la sua fattibilità fisica e la sua natura menzognera. Se invece si parte dal presupposto che esseri immateriali possono far parte dell’etere in cui viviamo allora le spiegazioni logiche e razionali vanno verso tutt’altra direzione. La prima domanda che possiamo porgerci è: - Quanti e quali tipi di esseri spirituali esistono? - La risposta non è semplice, si può asserire che per certo non ne esistono da nessuna parte, semplicemente non ci sono. Un’altra risposta potrebbe essere che se esistono sicuramente c’è ne sarebbero di due tipi, quelli buoni e quelli cattivi. Allora a questo punto almeno due. Due esseri spirituali. Un’altra risposta è che ne esistono una moltitudine, differenti per grado di influenza e gerarchicamente subordinati. Agiscono in base alle circostanze e non hanno una etichetta in particolare. Infine si potrebbe rispondere che gli esseri spirituali si dividono in due categorie, quelli “malevoli” e quelli “buoni”, divisi a loro volta gerarchicamente. Passiamo ad analizzare le risposte:
- Se il mondo spirituale non esiste completamente alcune spiegazioni prettamente specifiche a questo argomento devono essere comprese con l’ausilio della ragione e della mente umana. La mente umana genera e fa in modo che l’aspetto spirituale diventi una meta realtà dove coesistono soltanto il mondo materiale e tutto ciò che lo circonda. In questo mondo la mente umana gioca a creare l’entità spirituali che nell’inconscio e soltanto li prendono forma.
- Se esisterebbero due tipi di entità spirituali allora ci deve essere stato qualcosa che li ha generati in principio, una origine della divisione. Poi deve esistere qualcosa che li contrappone, una motivazione di base che spinge gli uni e gli altri ad essere opposti e differenti. Naturalmente le religioni hanno nei vari secoli spiegato varie forme e ipotesi che per quanto riguarda questo approfondimento rimangono sconsiderate.
- Una moltitudine di esseri senza un corpo materiale divisi soltanto gerarchicamente presuppone naturalmente che il grado di gerarchia sia supportato da una “forza”. Questa forza potrà essere di tipo offensiva se tra gli esseri spirituali c’è ne sono alcuni che hanno la facoltà di neutralizzare degli altri. Una forza difensiva se invece tra gli esseri spirituali alcuni hanno l’intenzione di non essere neutralizzati. Ipoteticamente la spiegazione possibile di questo mondo spirituale e la facoltà di interagire con l’uomo risiederebbe soltanto nella possibilità di sfruttare determinate energie.
- Infine se gli esseri spirituali sono divisi almeno in due macro gruppi, tra i quali esiste una determinata gerarchia il significato di forza e origine assumono caratteristiche esistenziali al mondo spirituale. Cioè senza una origine che da vita all’essere spirituale e senza una forza che ne caratterizza una gerarchia il mondo spirituale non ha significato. Se a questa poi si aggiunge che tra le origini, la scintilla dell’agire di un essere rispetto ad una altro è inconciliabile allora tutto assume connotati complessi. Si potrebbe anche supporre che per alcuni spiriti la vita sia data dalla presenza di una determinata quantità di luce senza la quale non riuscirebbero a vivere. Gli altri invece sarebbero attivi soltanto in assenza di luce. In questo modo ci sarebbe la divisione, mancherebbe la differenza nell’agire che potrebbe essere data dalla diseguale evoluzione di questo tipo di esseri. Le ragioni possono essere tante, ma rimane il fatto sempre che in ogni caso tra gli esseri spirituali mancherebbe del tutto una propria coscienza. Una loro condotta non sarebbe spiegabile in nessun modo se non nel caso in cui originariamente gli esseri spirituali al momento dell’origine ereditano un minimo di emotività. Emotività che potrebbe derivare da una coscienza minimamente sviluppata. Da questa poi riuscire a incrementarla nel tempo.
LO SPIRITO ERRANTE
Considerazioni sullo spirito errante, denominato e riconosciuto dalle diverse popolazioni con nomi differenti e con funzioni che cambiano da luogo a luogo rispetto allo stesso. Tale spirito o se si preferisce un approccio più materialistico dell’argomento in questione: “energia magnetica totalizzante negativa”, ha quasi dappertutto un’accezione che ricadrebbe nelle sfere più oscure e malefiche che l’uomo abbia mai potuto conoscere. Nel cristianesimo è sicuramente riconosciuto come un demone alle dipendenze del diavolo, se non addirittura satana in persona, nell’ebraismo ricadrebbe nelle fatalità avverse, nell’islamismo nel diavolo che cerca di intrufolarsi dappertutto. Anche nelle tradizioni più note orientali è riconosciuto come forza negativa che ruba energia vitale, “essere” in contrapposizione del bene in continua lotta, ecc. ecc. Nella storia recente poi in vari ambiti mediatici anche relativi alla cronaca si è constatato che diverse elitè troverebbero un modo del tutto specifico afferente sempre a condotte maligne e subdole in grado di garantirgli prestigio e potere. Lo “spirito errante” è sicuramente sempre presente e onnipresente, tale da causare con la propria azione modificatrice delle condotte rispondenti allo scopo fatalistico della sua esistenza. L’universo duale, anche per quanto riguarda nel più piccolo mondo terrestre è provvisto di forze attrattive e repulsive in grado di riequilibrare in andamenti armonici le tendenze spirituali degli esseri viventi. Lo spirito errante a differenza della coscienza della natura, selvatica e istintiva, non irrompe con violenza nelle vite altrui, ma in maniera silenziosa e subdolamente soltanto nelle diverse coscienze coinvolte. Se in alcuni rituali in terra d’Africa o determinati esorcismi cristiani, grazie anche a delle sostanze allucinatorie e con l’ausilio di ritmi sincopati, è stato possibile introiettare la coscienza animale, con grida e forze dirompenti, lo spirito errante invece è del tutto silenzioso, non fa rumore, non lascia segni visibili della sua venuta se non nei risultati ottenuti. Una persona di scienza sicuramente lo individuerebbe nella naturale cattiveria degli uomini che impernia l’umanità da millenni, ma rimarrebbe il ragionevole dubbio di come una caratteristica naturale, se da una parte modificherebbe la condotta dei soggetti, dall’altra la modifica anche in altri. Lo spirito errante si riconosce appunto nelle sue ricadute “fatali”, quindi nell’evento più avverso, nel peggiore degli esiti, nella cattiva sorte. Quindi un accadimento distaccato dalle volontà delle altre persone, uno scienziato sociale la individuerebbe appunto nella volontà delle persone di fare cattiverie senza una motivazione ragionevole. Lo spirito errante è distaccato dalle diverse volontà, ma ne è legato nel loro destino in merito al modo con la quale tale spirito terrestre agisce sugli uomini. Le antiche popolazioni specie quelle ritenute classiche lo individuavano con una doppia valenza benefica-malefica, con un andamento caotico e non prevedibile. Tale impostazione che deriverebbe dalle considerazioni delle popolazioni antiche non è del tutto sbagliata, poiché se in un verso lo “spirito errante” si trasforma in un destino avverso, in una fatalità crudele, in un accadimento tragico, dall’altra parte, di contro tale spirito rilascia al contrario buone prospettive. Lo spirito errante non è quindi riconoscibile e non lascia segni del suo passaggio visibili, ma soltanto risultati nelle volontà delle persone coinvolte che cambiano a seconda del caso. Una persona di scienza individuerebbe tale processo come una normale selezione della specie, come una pianta che soffoca un’altra pianta accanto, potendo cosi assorbire tutto il nutrimento possibile. Se questo processo esiste in natura, in una considerazione dello spirito errante, appunto ci deve essere da una parte un comportamento umano in grado con le sue condotte, di alterare in maniera malevola o fatale le vite di altre persone, che si ritroverebbero contro anche la forza dirompente dello spirito errante nelle sua avversità naturale coinvolgendo anche le altre persone . Dall’altra parte lo spirito errante nutrirebbe con doni abbondanti i comportamenti umani causa delle avversità sugli altri. Questo non accadrebbe in maniera casuale, ma con una specie di volontà legata allo spirito, che in questo modo avrebbe a tutti gli effetti una connotazione indipendente dal caso e dalle volontà umane. Lo spirito errante è controbilanciato dal suo opposto da un altrettanto spirito del tutto astrale che le varie religioni hanno interpretato in maniera differente con il: Creatore, gli Dei, Dio, il Signore, l’Energia, gli Angeli, i Protettori, la Buona sorte,ecc. tutti però presi in considerazione soltanto quando non rimandano nelle varie interpretazioni delle scritture religiose a delle figure meramente organiche e quindi anche umane. Lo spirito errante nelle sue attività di possessione risulterebbe presumibilmente invisibile e impercettibile se non nella volontà o eccitazione nel provocare dolore e dispiacere negli altri. Le forme di eccitazione nel provocare e vedere sofferenza non sono sintomo di possessione ma possono anche essere in un certo senso reiterate volontariamente. Un uomo di scienza sicuramente interpreterebbe questo come una normale funzione biologica umana che in alcuni frangenti della sua vita sarebbe predisposto anche all’odio verso i suoi simili. Nelle considerazioni dello spirito errante però c’è da aggiungere che una tale propensione o eccitazione, fermezza d’animo nel fare del male che rimane del tutto ingiustificato e in qualche modo pianificato, questo coinvolgerebbe collettivamente anche più persone, che con la loro condotta provocherebbero una “ingiustizia” nei migliori dei casi soltanto morale. Per cui le persone coinvolte quando c’è l’azione dello spirito errante sono intrise in una perdita di moralità anche disarmante, come situazione molto aggregante e piacevole, dovuta al fatto che con lasciarsi possedere e sedurre da tale spirito, consentirebbe loro di beneficiare dei suoi frutti prolifici e materiali. È bene precisare che la possessione non avviene in maniera collettiva, come in una specie di inquinamento ambientale che coinvolge contemporaneamente più soggetti, ma in maniera asincrona singolarmente tale da fomentare in caso di mancanza di contrasti violenze inaudite. In merito poi alle considerazioni sul fatto che tale spirito potesse essere fatto entrare in ambienti anche in maniera artificialmente, la risposta è sicuramente affermativa, poiché grazie alle nuove tecnologie è possibile con altrettanti calibrati input ambientali alla riproposizione di avvenimenti su menzionati. Anche le considerazioni sul fatto che tale spiriti, dove un uomo di scienza li individuerebbe in specifiche frequenze elettromagnetiche in grado di alterare le percezioni umane, possano essere invocati tramite determinati rituali è affermativa, perché essendo una forza della natura appartenente alla Terra come pianeta, lo spirito errante può essere con opportune metodologie e comportamenti portato ad agire e quindi in qualche modo evocato. Lo spirito opposto che agisce in contrapposizione è anch’esso uno spirito che viaggia sulla Terra, onnipresente e con caratteristiche simili ma con funzioni diametralmente opposte. Naturalmente le religioni gli hanno dato differenti terminologie e funzioni, alcune di esse lo fanno ricadere nel Dio rilevato tramite gli angeli o profeti e chi per loro. Lo “spirito viaggiante” è legato alla saggezza e all’aumento della consapevolezza, al contrario dello “spirito errante” spesso richiede quelli che la terminologia cristiana chiama sacrifici. Quindi la saggezza che imprime nelle persone coinvolte è commisurata anche alle sofferenze supportate, in grado però di far raggiungere presumibilmente elevate beatitudini e gratitudini vitali in un crescendo sempre con maggiore intensità, indirizzate verso se stessi e verso gli altri anche non coinvolti. Questo spiegherebbe anche le molte contraddizioni di diverse religioni e il loro modo di agire in certi frangenti. Se la coscienza della natura, animalesca e altrettanto vogliosa di far diminuire le coscienze individuali o far ritornare le tutte le coscienza in uno stato più naturale o primogenio. La volontà dello spirito errante è quello indirizzare gli uomini alla materialità, la volontà dello spirito viaggiante è quello di indirizzare gli uomini alla spiritualità. Altro essere astratto non menzionato finora è quello relativo all’aumento della coscienza e del sapere. Tale “essere” riconosciuto nelle terminologie cristiane come lucifero, in passato legato alle cerchie di illuminati, oggi rientrante nella ragione più pura, non agirebbe per possessione a differenza di altri menzionati ma grazie all’unione di più coscienze umane in simbiosi tra di loro. Quindi non esisterebbe nel caso in cui esisterebbe soltanto una persona nel mondo in grado di evocarlo, ma è sempre legato ad una pluralità di persone. Un uomo di scienza lo individuerebbe nella qualità innata degli uomini di individuare la verità, di usare la logica, di essere cinico e obiettivo. Il demone evocato da più persone in questo modo agirebbe come volano per riuscire ad arrivare verso un fine specifico, una mira programmata, che può anche avere riscontri benevoli. In questo caso il cosiddetto “demone” proiettato dalle volontà in comune può elargire profezie e oracoli, risvegliare l’ingegno, cambiare la realtà. Per come descritti tali esseri astrali e non materiali possono sicuramente prestarsi a diverse interpretazioni, ognuna però rispecchia una funzione universale duale. Nel linguaggio utilizzato dalle popolazioni antiche rimane sempre un riferimento all’autonoma volontà dello spirito errante di fare delle proprie scelte e di avere un piano specifico e preciso di come comportarsi. I riferimenti sono molti, anche se si considerasse per esempio il dialogo tra Gesù e il Diavolo nel deserto. Se le parole del diavolo fossero interpretate come volontà dello spirito errante, allora si arriverebbe alla conclusione che tale essere astrale abbia una sua specifica modalità di azione, un suo modus operandi, una specie di propria volontà. Tutto questo ricadrebbe però in ipotesi che difficilmente avrebbero riscontro con lo stato dei fatti. Lo spirito errante prende di mira la fragilità di un vissuto avverso, permettendo in maniera naturale di avversare, importunare, eliminare questo “sacrificio” spontaneo, dovuto al caso della vita. Facendo tutto ciò, elargisce i suoi doni di abbondanza materiale alle altre persone che possono o potrebbero aiutarlo nella sua funzione. Da questo, molte persone nel mondo hanno trovato sistemi per interagire e invocare anche in maniera artificiale lo spirito errante, tanto che alcuni ne sono diventati presumibilmente i veri portatori fisici o incarnati della sua funzione, utilizzando per questo le volontà dei soggetti coinvolti. Quindi lo spirito errante non possiede una volontà propria ma è una mera funzione naturale sulla Terra delle forze universali. Allo stesso modo, lo spirito viaggiante non ha una sua volontà precisa, ma svolge una mera funzione universale. Il concetto di “sacrificio” è legato alle difficoltà della vita, allo sforzo di trovare una propria dimensione, al duro allenamento mentale e fisico, alla sofferenza. L’anello di collegamento tra lo spirito “errante” e lo spirito “viaggiante” è il sacrificio nell’imporsi alla vita sulla Terra. Uno tende ad eliminare, l’altro invece tende alla felicità di vivere.
11/11/2020
11/11/2020
Impossessamento: la reincarnazione del bene e del male
Nel vortice dell’esistenza i vari flussi che si intrecciano in continuazione, prevalendo di volta in volta e soccombendo di volta in volta, possono essere in un certo senso canalizzati e quindi introiettati dall’individuo. Un flusso avverso, malvagio e negativo è controbilanciato da un flusso propizio, benevolo e positivo. Il flusso avverso che si reincarna nello “spirito errante” può nelle sue molteplici e finite possibilità attraversare e plasmare comportamenti umani dalle più diverse capacità. Ogni persona può nella sua innata capacità farsi portatore dello “spirito errante” introiettando dentro di se, la volontà armoniosa del flusso negativo. Sono stati molti i personaggi storici che nella loro modalità di intendere l’ambiente circostante hanno cavalcato quelle istanze necessarie affinché il male si concretizzasse in maniera percepibile e quindi realmente nello scorrere della vita. Il permettere del verificarsi, della prevalenza del flusso negativo può accadere soltanto con la precisa volontà di succedere. Il flusso avverso non porterebbe in teoria nessun vantaggio per alcuno, se non la soddisfazione di aver ottenuto per alcuni un piccolo potere su una certa quantità di materia. Altra modalità nella quale il flusso avverso rispetto alla vita degli umani può prevalere è quello dovuto all’unico evento tragico, dato da una catastrofe planetaria. Lo spirito errante è comunque sempre presente e può incarnarsi nella vita e nel corpo delle persone. Un individuo può essere portatore della volontà innata dello “spirito errante” acquisendo inconsapevolmente un potere astrattamente molto più potente di quello che potrebbe derivare dalle relazioni sociali umane. Nella storia molti personaggi hanno tentato di poter carpire e introiettare dentro di se la volontà dello “spirito errante”. In generale e in considerazione della situazione politica e sociale delle diverse organizzazioni umane, generalmente lo spirito errante è stato reincarnato, introiettato, contemplato da personaggi del cosiddetto mondo “occidentale” con una certa influenza o potere su altri. Nella realtà ovunque nel mondo, lo spirito errante si è servito della capacità di sfruttare in se, quei vantaggi che sarebbero potuti venire nel controllare incoscientemente personalità con un certo potere. Da questo si evince una certa forma “intelligente” dello spirito errante, quindi un meta-pensiero dominato da una capacità di agire nel modo più opportuno al verificarsi del suo flusso avverso (di tale capacità però non risulterebbero prove concrete e studi dimostrabili). Lo “spirito errante” impossessandosi delle persone, riesce nel suo intento alla continua forzatura di equilibrio armonico rispetto alla rottura con il flusso benefico. Di tale constatazione certa, risvolti negativi, non sempre possono essere attribuiti all’influenza dello spirito errante, ma ad una evoluzione sincronica tra creazione e distruzione della materia, che si verifica sempre ed istantaneamente in ogni luogo. Ogni cosa si crea e si distrugge, questo processo non è assimilabile alla “spirito negativo” che interagisce sempre e comunque affinché esso sia prevalente rispetto allo “spirito viaggiante”, ma soltanto ad un meccanismo previsto dalle leggi della natura.
Tra i personaggi che presumibilmente hanno avuto in se l’essenza stessa dello “spirito errante” sicuramente, con un minimo margine d’errore, c’è sicuramente l’imperatore romano Eliogabalo. Poi nella storia e ancora oggi è possibile trovare forme ugualmente simili che si svolgono in contesti non di comando e in forma minore con la stessa funzione. Questa considerazione deve essere ben intesa e distinta dalla capacità umana di trarre vantaggio e profitto rispetto ad altri o dalla posizione di potere assunta durante la vita. Se la creazione e la distruzione sono presenti sempre e ovunque, queste non sono la stessa cosa del flusso negativo o del flusso positivo che si controbilanciano in armonia universale. Non tutti i despoti e dittatori in genere hanno o hanno avuto in se l’incarnazione stessa dello “spirito errante”, anzì spesso nelle figure di comando autoritario si instaura una forma particolare di assimilazione dei flussi negativi e positivi, che richiama in un certo modo una modalità dualistica, in grado di assimilare in certi momenti lo “spirito errante”, in altri lo “spirito viaggiante”, in una sorta di ambivalenza in base al contesto e l’ambiente prospettato. Un esempio storico potrebbe essere rappresentato con un minimo margine d’errore dal Cancelliere tedesco Adolf Hitler. Tali figure hanno la capacità innata di farsi penetrare da entrambe le forze, in modo da generare dentro loro lo stesso meccanismo di equilibrio armonico che è sempre presente nel mondo. Di tali personaggi, uomini o donne che siano, spesso alcuni di loro, nei loro intenti, riescono alla elaborazione di enunciati cosiddetti di mera “giustizia”, essendo nella loro funzione molto rara di conflitto interiore, addetti al riequilibrio delle forze in campo. Con il tempo però tale equilibrio interiore potrebbe spezzarsi, inducendo nell’individuo posseduto da entrambi i flussi un suo particolare risvolto verso una parte o verso l’altra, con le conseguenze del caso. Nella considerazione di ciò, se tale capacità è acquisita in momenti della vita, in cui non si posseggono grandi capacità dialettiche o di potere, questi individui ambivalenti sviluppano disturbi di tipo bipolare nel vero senso della parola e in maniera concreta.
Altra figura presente, molto rara nella realtà, è quella cosiddetta di “maestro spirituale”. Le scuole di pensiero del mondo occidentale non sono molto propense nella loro concezione allo sviluppo di quelle capacità innate, atte ad accogliere questo tipo di flusso positivo. Spesso quindi, tali personaggi in gran parte sono stati quasi sempre presenti nel cosiddetto “mondo orientale”, può propenso nelle sue scuole di pensiero a pervenire ad un approccio meno materialistico e più spirituale della vita. Tali figure, molto rare nella realtà, spesso sono state trafugate e camuffate dallo “spirito errante”, nel senso che figure incentrate su insegnamenti benevoli, in realtà erano possedute dall’entità maligna e avversa (di tale aspetto si evincerebbe ancora una volta una capacità intellettiva dei flussi). Estremamente unici, tali figure hanno la capacità di risvegliare le menti e apportare quei cambiamenti benefici per l’intera collettività. Nella storia, tali figure si sono distinte per la loro lealtà, benevolenza, giustizia e saggezza, sia rispetto al proprio vissuto che in rapporto all’ambiente circostante che alle persone. Un esempio storico, con un minimo margine d’errore, potrebbe essere rappresentato dalla guida spirituale Omraam Mikhael Aivanhov. Il flusso positivo, lo spirito viaggiante è sempre presente in armonia e in equilibrio con lo spirito errante ma difficilmente trova corpi fisici in grado di impossessarsi della loro mente, in più spesso lo spirito errante si nasconde e si camuffa in personalità in grado di presentarsi in un modo, ma con intenzioni ben diverse da quelle che riesce ad esternare. Di tale constatazione si potrebbe avere il dubbio se lo spirito viaggiante, nella sua funzione armonizzatrice avesse la capacità di penetrare corpi con mente ingenua o non completamente cosciente. Se in effetti tale eventualità sia possibile, mancherebbe sempre e comunque una sua praticità reale in termini di equilibrio tra i flussi, poiché tali menti in base all’ambiente potrebbero mutare o addirittura cambiare polarità. Per tale ragione una parte dello spirito viaggiante esplicitato dalla voglia di giustizia, dalla libertà, dall’empatia, dalla lealtà, dal rispetto di ogni cosa, è sempre presente in ogni essere umano a prescindere dal grado di coscienza e di conoscenza, sin dalla nascita.
Tale argomentazione potrebbe essere fatta risalire in un contesto religioso, acquisendo con termini diversi argomenti molto simili. Quindi nel contesto della religione Cristiana, lo spirito errante è rappresentato dal diavolo, tutti gli uomini ed in particolare quelli che ricoprono posizioni di comando sarebbero nelle loro azioni sotto l’influenza di Dio o diversamente del diavolo. Lo spirito viaggiante sarebbe rappresentato da Dio e nella sua essenza da Gesù. Le altre religioni conservano più o meno la stessa struttura.
Uscendo dal contesto religioso, le forze armonizzatrici rappresentate dallo spirito errante e viaggiante esulano e sono fuori dal processo di Creazione e Distruzione, inserendosi nel continuo vortice di armonizzazione delle vicende e dello sviluppo della vita. L’uomo con le sue capacità può far parte di tali flussi in maniera attiva, instaurando con i propri comportamenti le diverse istanze di riequilibrio e quindi di armonizzazione delle forze.
08/08/2021
Tra i personaggi che presumibilmente hanno avuto in se l’essenza stessa dello “spirito errante” sicuramente, con un minimo margine d’errore, c’è sicuramente l’imperatore romano Eliogabalo. Poi nella storia e ancora oggi è possibile trovare forme ugualmente simili che si svolgono in contesti non di comando e in forma minore con la stessa funzione. Questa considerazione deve essere ben intesa e distinta dalla capacità umana di trarre vantaggio e profitto rispetto ad altri o dalla posizione di potere assunta durante la vita. Se la creazione e la distruzione sono presenti sempre e ovunque, queste non sono la stessa cosa del flusso negativo o del flusso positivo che si controbilanciano in armonia universale. Non tutti i despoti e dittatori in genere hanno o hanno avuto in se l’incarnazione stessa dello “spirito errante”, anzì spesso nelle figure di comando autoritario si instaura una forma particolare di assimilazione dei flussi negativi e positivi, che richiama in un certo modo una modalità dualistica, in grado di assimilare in certi momenti lo “spirito errante”, in altri lo “spirito viaggiante”, in una sorta di ambivalenza in base al contesto e l’ambiente prospettato. Un esempio storico potrebbe essere rappresentato con un minimo margine d’errore dal Cancelliere tedesco Adolf Hitler. Tali figure hanno la capacità innata di farsi penetrare da entrambe le forze, in modo da generare dentro loro lo stesso meccanismo di equilibrio armonico che è sempre presente nel mondo. Di tali personaggi, uomini o donne che siano, spesso alcuni di loro, nei loro intenti, riescono alla elaborazione di enunciati cosiddetti di mera “giustizia”, essendo nella loro funzione molto rara di conflitto interiore, addetti al riequilibrio delle forze in campo. Con il tempo però tale equilibrio interiore potrebbe spezzarsi, inducendo nell’individuo posseduto da entrambi i flussi un suo particolare risvolto verso una parte o verso l’altra, con le conseguenze del caso. Nella considerazione di ciò, se tale capacità è acquisita in momenti della vita, in cui non si posseggono grandi capacità dialettiche o di potere, questi individui ambivalenti sviluppano disturbi di tipo bipolare nel vero senso della parola e in maniera concreta.
Altra figura presente, molto rara nella realtà, è quella cosiddetta di “maestro spirituale”. Le scuole di pensiero del mondo occidentale non sono molto propense nella loro concezione allo sviluppo di quelle capacità innate, atte ad accogliere questo tipo di flusso positivo. Spesso quindi, tali personaggi in gran parte sono stati quasi sempre presenti nel cosiddetto “mondo orientale”, può propenso nelle sue scuole di pensiero a pervenire ad un approccio meno materialistico e più spirituale della vita. Tali figure, molto rare nella realtà, spesso sono state trafugate e camuffate dallo “spirito errante”, nel senso che figure incentrate su insegnamenti benevoli, in realtà erano possedute dall’entità maligna e avversa (di tale aspetto si evincerebbe ancora una volta una capacità intellettiva dei flussi). Estremamente unici, tali figure hanno la capacità di risvegliare le menti e apportare quei cambiamenti benefici per l’intera collettività. Nella storia, tali figure si sono distinte per la loro lealtà, benevolenza, giustizia e saggezza, sia rispetto al proprio vissuto che in rapporto all’ambiente circostante che alle persone. Un esempio storico, con un minimo margine d’errore, potrebbe essere rappresentato dalla guida spirituale Omraam Mikhael Aivanhov. Il flusso positivo, lo spirito viaggiante è sempre presente in armonia e in equilibrio con lo spirito errante ma difficilmente trova corpi fisici in grado di impossessarsi della loro mente, in più spesso lo spirito errante si nasconde e si camuffa in personalità in grado di presentarsi in un modo, ma con intenzioni ben diverse da quelle che riesce ad esternare. Di tale constatazione si potrebbe avere il dubbio se lo spirito viaggiante, nella sua funzione armonizzatrice avesse la capacità di penetrare corpi con mente ingenua o non completamente cosciente. Se in effetti tale eventualità sia possibile, mancherebbe sempre e comunque una sua praticità reale in termini di equilibrio tra i flussi, poiché tali menti in base all’ambiente potrebbero mutare o addirittura cambiare polarità. Per tale ragione una parte dello spirito viaggiante esplicitato dalla voglia di giustizia, dalla libertà, dall’empatia, dalla lealtà, dal rispetto di ogni cosa, è sempre presente in ogni essere umano a prescindere dal grado di coscienza e di conoscenza, sin dalla nascita.
Tale argomentazione potrebbe essere fatta risalire in un contesto religioso, acquisendo con termini diversi argomenti molto simili. Quindi nel contesto della religione Cristiana, lo spirito errante è rappresentato dal diavolo, tutti gli uomini ed in particolare quelli che ricoprono posizioni di comando sarebbero nelle loro azioni sotto l’influenza di Dio o diversamente del diavolo. Lo spirito viaggiante sarebbe rappresentato da Dio e nella sua essenza da Gesù. Le altre religioni conservano più o meno la stessa struttura.
Uscendo dal contesto religioso, le forze armonizzatrici rappresentate dallo spirito errante e viaggiante esulano e sono fuori dal processo di Creazione e Distruzione, inserendosi nel continuo vortice di armonizzazione delle vicende e dello sviluppo della vita. L’uomo con le sue capacità può far parte di tali flussi in maniera attiva, instaurando con i propri comportamenti le diverse istanze di riequilibrio e quindi di armonizzazione delle forze.
08/08/2021
LO SPIRITO VIAGGIANTE
Altra questione relativamente alla possibilità di poter meglio comprendere le modalità con la quale, in una prospettiva di meccanismo o funzionamento di “azione”, delle forze creatrici e distruttive, esistenti fin dai tempi remoti, ancor prima dell’esistenza dell’uomo, è capire le caratteristiche di proseguimento nella materia dello spirito, le sue interazioni e l’ineffabilità. Se lo spirito errante, vaga con causalità, attratto dai desideri anche deleteri, mosso dalle volontà di non resistenza, dalla voglia di dominio sulla materia e su tutte le cose. Lo spirito viaggiante, vaga con criterio, verso una condizione di beatitudine vivente, di armonia naturale delle cose sulle cose. Lo spirito viaggiante è l’armonia della natura, la legge della sopravvivenza nella materia, la capacità di proiettarsi senza distogliersi dall’inafferrabile destino delle cose già esistenti. L’uomo mutando il significato di spirito, in sua più congeniale descrizione, imparando dai moltissimi maestri, rei di aver in sé le più profonde verità e che queste possono avvenire in coloro che, in loro coscienza aspirano con forza di volontà e sacrificio alle più ardue combinazioni di pensiero, cade nell’inganno della meditazione ascetica e solitaria o in comportamenti di mera superiorità. Ogni religione, specie quelle orientali, ma anche quella cristiana, intravedono nel discente, nel novizio in preda alla contemplazione solitaria, del percorso iniziatico alla vera conoscenza, il vero procedimento attraverso la quale può o potrebbe manifestarsi lo spirito. Lo spirito viaggiante è sempre presente, in ogni luogo, per tale ragione la sua manifestazione non può mai avvenire dall’interno della volontà delle persone che ne vogliono l’essenza, ma soltanto e sempre confluisce dall’esterno verso uomo, lo spirito viaggia poi all’interno di esso e non viceversa. Nessuna meditazione, nessun isolamento e né immani sacrifici, estasi mistiche e quelle indotte da sostanze, convincimenti amorevoli o pacifici, superiorità d’intento e di conoscenza, coscienza più elaborata e sensibile, qualità fisiche, capacità di comprensione, saperi e nemmeno nessun potere o possesso di ogni genere. Lo spirito viaggiante viaggia solo verso una coscienza vivente di ogni natura, qualsiasi essa sia, che “non ha neanche il pensiero di ricercarlo”, cioè la sola volontà di ricercare lo spirito viaggiante, è condizione necessaria affinché egli non si manifesta, poiché tale pensiero presuppone un senso di superiorità rispetto all’armonia della natura e verso gli altri. Lo spirito viaggiante non può mai manifestarsi in persone o esseri che attuano comportamenti amorevoli, di sacrificio, ascetici, pacifisti, ma che nutrono nel loro pensiero un “ragionamento” rispetto a tale condotta, qualsiasi esso sia. Lo spirito viaggiante è incorporato nel flusso che comprende sia la componente materiale, sia la componente astrale, quest’ultima è ricollegata con la materia solo tramite la mente, il pensiero e i ragionamenti sono quindi una modalità nella quale i presupposti della manifestazione dello spirito viaggiante possono concretizzarsi di fatto, poichè senza tale maturità mancherebbero le condizioni necessarie. Lo spirito viaggiante semplicemente è. In tale sue essenza può manifestare in divenire, il raggiungimento sempre più prossimo verso l'armonia. Lo spirito errante, vaga in lungo e largo, sospinto dalle aspirazioni e dalla voglia di dominare la materia, sempre presente, in maniera tale da bilanciare il suo contrapposto. Lo spirito errante interagisce invece con i pensieri, tramite la quale cerca sempre di soddisfarli, di contrastarli e modificarli. La capacità di dilatarsi è molto ampia, instaurandosi in ogni volontà di riceverlo e non respingerlo. Nella natura dello spirito errante manca la capacità di indirizzarsi, di proiettarsi verso una destinazione specifica, seguendo logiche caotiche di disarmonia dell’ambiente, del pensiero, della vita stessa. Una forma di capacità di veicolarsi dello spirito errante in maniera non casuale potrebbe derivare dalla presenza manifesta della spirito viaggiante in un corpo, quando anch'esso sia manifesto allo stesso modo. I due spiriti, venendo a contatto si annullerebbero. Questa capacità non casuale dello spirito errante, potrebbe essere l’unica modalità con la quale dimostrerebbe una certa “volontà” o meglio attrazione vincolata, quindi scelta incontrovertibile. Da tale ragionamento si evince che se lo spirito viaggiante è presente in un essere vivente, venuto a contatto con altro essere vivente plasmato dallo spirito errante, questi tenderebbero ad annullarsi, quindi ad uccidersi uno con l’altro. Di tale contrapposizione, si cadrebbe in errore, poiché lo spirito viaggiante non potrebbe mai dimorare in un essere che intendesse uccidere (anche pensare di uccidere) un’altra persona. Per tale motivo lo spirito errante e quello viaggiante non si incontrano mai nello stesso luogo e nello stesso tempo, oppure lo spirito errante lo ucciderebbe senza incontrare nessuna resistenza, morendo a sua volta nello stesso istante. Tali ragionamenti sono del tutto ipotetici.
20/12/2021
20/12/2021