La religione oggi rappresenta una visione assai articolata, poiché ne esistono di differenti tipi e ognuna diversa per interpretazione. Tra quelle poi che prevedono un approccio introspettivo e soggettivo molte si perdono in un perenne immobilismo. La staticità è anche accompagnata dalla ritrosia e renitenza alle forme preesistenti di religione che da molti secoli ormai resistono inculcando le solite nozioni. Diverse aperture e modi di intendere il sacro sono nate dalle cosiddette nuove religioni che partendo da un filone originario dovuto all’appartenenza ad una religione già esistente hanno avuto quell’input a diversificarsi in alcuni aspetti. Queste nuove religioni nate quasi tutte da poche decine di persone organizzate per lo più in sette, poi sviluppatesi in organizzazioni più grandi e coordinate anche a livello di nazioni hanno avuto l’ingrato compito di portare avanti un’idea diversa di religione. Questa evoluzione però non ha mai perso la radice come cornice per la nuova religione, ma semmai ha riscoperto una vecchia formula trasformandola con un significato diverso. Esistono molti esempi nel cristianesimo, nel buddismo e anche nell’islamismo. Quindi la religione è statica da molti anni e tende all’immobilismo quasi assoluto se non per alcune varianti che di solito sono dovute a personaggi con spiccata vocazione di leadership o sottomissione. La sottomissione intesa come quella qualità a uniformarsi ai precetti tanto da diventare uno strumento innovativo per la vecchia religione. Per esempio i Santi sono innovativi per il cattolicesimo poiché portano sempre un messaggio nuovo, ma per diventare “Santo” occorre nella maggior parte dei casi essere uniformato al cattolicesimo. La leadership intesa come quella qualità individuale che viene sfruttata per staccarsi da una realtà acclarata e preesistente, per formare un altra realtà che dalla prima discende ma che non si riconosce più. Queste forme di evoluzione delle organizzazioni religiose non portano a grandi cambiamenti e rimangono circoscritte in piccole parti del messaggio originario della religione presa a modello. Cioè sono simili ma si discostano in alcune cose specifiche. Con l’avvento dell’informazione in tempo reale si sono diffuse anche quelle teorie che portano in risalto il “complottismo” e “l’ateismo” come portatori di nuovi messaggi da inglobare nel bagaglio delle conoscenze acquisite prima di poter dire di essere un credente in qualcosa. Praticamente si ascoltano teorie e messaggi in continuazione, ognuno diverso ma evidentemente tutti con l’obiettivo di far comprendere le loro verità. Tra quelle più utilizzate nel complottismo che risaltano più delle altre vanno annoverate quelle degli Ufo e quella degli Illuminati. Ne esistono altre, ma per esempio queste menzionate possono essere considerate come una forma evolutiva dell’organizzazione religiosa? La risposta è sicuramente no, poiché nel caso degli ufo si dovrebbe creare una apposita casta in grado di relazionarsi con questi esseri, ma non solo, trovare anche quella forza necessaria per imporsi alla gente in maniera tale da essere credibile. Anche se per esempio tali esseri extraterresti rimarrebbero nell’anonimato, cioè non si farebbero vedere dalle persone, allora non potrebbe mai nascere una vera e propria religione ma bensì un diverso rapporto con le persone che detengono la presunta conoscenza. Niente di più. Se poi nel caso sarebbero visibili e superiori agli esseri umani non si parlerebbe di religione ma come minimo di una sottomissione d’intenti. Per quanto riguarda gli illuminati il ragionamento è simile, trovare e cercare tutte quelle soluzioni e conoscenze tali da essere provate e sperimentate ad un determinato risultato per diventare un paradigma di tutti è impossibile. La mera conoscenza non può trasformarsi in religione attualmente poiché le persone che ne sono coinvolte di solito non vogliono condividere queste conoscenze. Per tale ragione rimangono elitarie ma anche non provate dai più. Come se per esempio un determinato rito restituisse un risultato concreto ai partecipanti. Gli altri sarebbero nei peggiori dei casi solamente influenzati ma non conoscerebbero i retroscena e non riuscirebbero neanche a provarlo. Tutto allora dovrebbe ripartire dalla natura degli esseri umani in modo da considerare quei precetti statici o frenanti in maniera diversa e molto più evolutiva. Si dovrebbe partire dal presupposto che dal punto di vista spirituale per esempio ogni essere vivente nasce identico agli altri. Anche se molte religioni lo spiegano e ne hanno fatto un loro dogma non bisogna dimenticare poi che nella realtà non è cosi. Ma a differenza delle religioni secondo una evoluzione umana tali devono esserlo in virtù di una uguaglianza fisica. Nel senso che ogni uomo e donna che nasce, nasce libero in ogni sua forma di costrizione, assecondato soltanto dalla sua natura. Natura che si presume “benevola” dove il più grande peccato e quello di andare contro natura. Partendo da qui la religione e l’organizzazione religiosa assumerebbe un vero significato e attingerebbe a quelle fattezze utili alla evoluzione della specie umana. Anche se per esempio molte religioni reprimono spiritualmente atteggiamenti consoni ad incrementare la cattiveria umana e anche vero che spesso sono le stesse organizzazioni religiose che attuano questi comportamenti atti ad odiare, invidiare, sottostare, uccidere, tradire, manipolare, ingannare, deridere, sottovalutare e rubare. Partendo dal presupposto che la natura umana è benevola allora c’è qualcosa in questo mondo che cerca di nasconderlo? Tutti quegli atteggiamenti che derivano dal “possedere di più” caratteristici dell’essere umano dovrebbero trovare compimento in regole più egualitarie. Invece tutte quelle attenzioni destabilizzanti della “natura” umana dovrebbero trovare nella vera religione una sua risposta. La vera religione in questo caso dovrebbe raccogliere tutte quelle azioni e i corrispondenti sentimenti, i "cattivi" pensieri e le forme che naturalmente sono accettate come sbagliate affinchè vengano conosciute da tutti e in qualche modo represse. La strada praticabile per una evoluzione umana in questa direzione è l’unica percorribile, il presupposto è la natura benevola dell’essere umano che cresce in una infinità di insegnamenti sbagliati tali da portarlo contro natura. Non può esistere una differente interpretazione della religione, se nel caso poi si partisse dal presupposto opposto che invece l’uomo nasce naturalmente cattivo, in questo caso le organizzazioni religiose avrebbero il compito di rimanere nell’immobilismo evolutivo, poiché anche loro derivano da ciò. In questa interpretazione ci entrerebbe anche quella che se la natura dell’uomo è cattiva, in mezzo a loro ne nascono invece di buoni. In questo caso improbabile non rimarrebbe che la speranza di essere guidati un giorno dalla produzione di prospettive buone per tutti. Ma non è cosi poiché l’educazione e soprattutto gli insegnamenti possono incidere sulla natura “buona” dell’essere umano. Per tale ragione il compito principale della religione dovrebbe essere quello di assecondare in tutti i modi la possibilità che la cattiveria si impossessi del corpo. Questa è l’unica forma di “possessione” esistente in questo mondo e l’unico modo per portare alla evoluzione umana. Tra le religioni più grandi, tipo per esempio il buddismo o il cristianesimo anche se hanno una spiegazione diversa di possessione da quella prospettata in questo testo e trovano in comportamenti che risaltano la saggezza, l’introspezione, l’umiltà, la carità o la misericordia, ecc, però non riescono ad arginare il cambiamento di polarità “da buono a cattivo” dell’essere umano, anzi sono spesso artefici di queste trasformazioni in peggio. Per tale ragione non basta comportarsi in un determinato modo ma occorre Essere. Essere ogni giorno e in ogni momento e riconoscere la cattiva strada sapendo che negli altri un singolo sbaglio provoca un reazione a catena. Tale effetto deve in ogni modo essere bloccato. In alcuni casi le religioni per la loro qualità hanno attirato molti personaggi di potere a ritenere che in seno alle loro cause, essi abbiano il privilegio di non essere per esempio imputabili o controllabili. Invece secondo chi scrive sarebbe un’azione di civiltà quella di sottoporre a controllo periodico anche le organizzazioni religiose poiché potrebbero essere gli artefici di molte cattiverie e malefatte. La loro posizione e la rilevanza pubblica che contraddistinguono queste organizzazioni spesso sono diventate una scusante per fare ogni tipo di reato senza essere praticamente mai scoperte. L’evoluzione della civiltà dovrebbe passare anche da questo.
ANTICA GUERRA
In ambito storico, molto importante sono state le vicende nella quale l’uomo ha potuto indirizzare verso una prospettiva diversa l’evoluzione naturale. Tra queste vicende una assume più di altre un significato speciale che tutti gli storici, anche quelli fuori dalle righe hanno relegato da sempre nel dimenticatoio. Gli unici riferimenti rinvenuti poi ricalcano significati molto ambigui in scritti principalmente di ordine religioso, che con il tempo si sono sempre affievoliti in conoscenze settarie, con interpretazioni spesse volte molto contraddittorie. Questi riferimenti antichi, questi scritti che oggi si reputano nella sfera di influenza delle religioni, fanno riferimento ad una guerra, combattuta tra due schieramenti molto agguerriti, con modalità molto cruente. Di questo fatto, per gli scritti rinvenuti fino ad oggi, si dovrebbe ritenere una veridicità almeno parziale, almeno per quanto riguarda gli aspetti materiali della vicenda. Il primo dubbio fa risalire una incertezza sui veri protagonisti delle battaglie, sulle loro pretese, sul loro modo di combattere. Su questo dubbio, gli scritti hanno più volte sottolineato come la “guerra tra giganti”, la lotta per il potere e le varie alleanze, il tradimento di queste erano molto cruciali per l’esito della guerra. Tra gli uomini molti hanno combattuto ed erano pronti ad annientare il nemico alla sola vista di questi, senza una ragionevole ragione, ma al solo fine di uccidere ed eliminare. Questa strana guerra del passato per come narrano gli scritti religiosi sia per la portata, sia per i mezzi e le tecnologie utilizzate, non ritrova riscontro nella realtà fattuale, come se non fosse mai esistita, oppure è esistita in modi di romanzo o allegoria. Ma molte sono le prove archeologiche che indicano il contrario. Tra i combattenti della guerra emergerebbe poi un’allusione al fatto che i militari che si contendevano in battaglia non erano propriamente terrestri, ma abitanti di altri pianeti che per un motivo o per un altro avevano trovato l’occasione di usare la violenza sulla Terra e forse per il pianeta Terra stesso. Il controllo del pianeta Terra, dei suoi abitanti e delle sue risorse, la sua occupazione fisica o qualche altro motivo, avrebbe spinto altri esseri viventi di altri pianeti a scontrarsi in una terribile guerra senza precedenti. Al di la del fatto delle proprie interpretazioni all’eredità che gli uomini antichi ci hanno lasciato del passato, in un periodo come quello odierno caratterizzato dalla finzione e dalla falsità, emergerebbero secondo questo criterio di lettura gli effetti di quella antica guerra per l’uomo. Il criterio di lettura di alcuni scritti antichi ci danno la constatazione che con quella guerra sono nate le religioni, si è dato seguito alle diverse dinastie, è iniziata la scrittura, sono nate le prime rivendicazioni, sono nate le prime civiltà e in seguito i primi imperi. In una prospettiva interpretativa e del tutto ipotetica, quella guerra combattuta in maniera cruenta tra i due schieramenti, ha sancito una nuova evoluzione, diversa e molto turbolenta. Noi tutti sappiamo che la scoperta della polvere da sparo è cosa recente se paragonata ai fatti in cui si narrano di queste epiche battaglie, allora come è stato possibile celare e nascondere per secoli i racconti di queste battaglie fatte sicuramente per annientare il nemico, con armi molto avanzate? La risposta precisa non esiste ma sicuramente in un periodo storico dell’umanità c’è stato un cambio di paradigma radicale, nei modi di intendere la vita sulla Terra, il modo di vedere l’altro, le credenze, il proprio passato e soprattutto la ricerca di una propria finalità. Se dalla guerra di cui narrano i testi antichi è emerso con chiarezza la portata epica e maestosa, forse spropositata della forza utilizzata, ne scaturirebbe un esito altrettanto chiaro: sicuramente ne usci una parte vincitrice e un’altra soccombente, ristabilendo con le nuove coordinate gli equilibri degli esseri viventi sulla Terra. Se per logica in ogni battaglia si distingue un vincitore, in quella guerra è plausibile una dipartita da parte di coloro che prima erano stabiliti sulla Terra e poi sono stati sconfitti. Sempre in via ipotetica, leggendo tra le righe di una storia il più delle volte manipolata, i vincitori hanno fin da subito preteso di avere il controllo sul pianeta e l’allontanamento e/o uccisione dei perdenti. Molti scritti antichi poi inseriti in molti testi sacri mettono in risalto il fatto che spesse volte al nemico vinto non gli restavano molte occasioni di restare vivo, molte battaglie, nello specifico tra esseri umani combattute per conquistare delle zone geografiche finivano con dei veri e propri massacri. Questa modalità non è dissimile dal modo con cui successivamente gli uomini raccontanti nei resoconti della storia hanno risolto i loro dissidi, i nemici venivano trucidati, uccisi, massacrati e annientati. Molte guerre della storia si sono concluse in questo modo, anche per le persone che non hanno direttamente combattuto sul campo di battaglia. Se in via ipotetica e utilizzando un ragionamento che contraddice le consuetudini delle vicende di guerra, in quella guerra totale descritta dai testi antichi, alcuni dei nemici siano stati preservati e non uccisi per sfruttarli nelle loro capacità, non imprigionati in catene ma controllati a vista, in modo da rigenerarsi nei secoli e accompagnare il dominio sul pianeta Terra dei vincitori, tutta la storia assumerebbe un significato completamente diverso. Quindi non il solito comportamento prevedibile di una guerra sanguinaria, ma una modalità diversa di gestire i superstiti rimasti ancora in vita. Sul fatto delle capacità che erano possedute da alcuni esseri viventi in passato, la storia questa volta non lascia spazio all’interpretazione, poiché sono molte le opere di ingegno e i pensieri vividi di molti abitanti della Terra in passato. Ma non soltanto al riguardo di aspetti puramente materiali ma anche per cosi dire spirituali e in qualche modo astratti, ascetici, in grado di controllare la materia a proprio piacimento per esempio, di lievitare nell’aria, di allargare le menti vicine, di prevedere il futuro, ecc. Se tale modo, questa qualità universale innata di alcuni esseri che hanno abitato e forse abitano il pianeta Terra sia stata da quella famosa guerra incanalata dai vincitori per sfruttarla nella loro evoluzione e modalità di vita, allora i significati delle vicende storiche assumerebbero un costrutto diverso, una visione alternativa delle vicende storiche. Senza addentrare l’argomentazione in fatti puramente irreali, si dovrebbe citare il fatto che ancora oggi sono molti le questioni inspiegabili che cercano di trovare delle soluzioni, delle verità, dei compromessi. Spesse volte in tutte le volte che ci si vuole portare i fatti in ragionamenti puramente astratti, spirituali e immateriali, invece si nasconde la fisicità, la realtà delle cose, l’essere vivente. Per comprendere meglio il ragionamento sottostante, ci serviamo di una descrizione approssimativa delle caratteristiche peculiari dei due schieramenti che si sono combattuti presumibilmente molti anni fa.
07/07/2020
- I vinti, quelli che erano stanziati sulla Terra già da prima insieme all'uomo facevano riferimento alla "prima legge universale", avevano un approccio più mentale, più emotivo (intendendo con questo non un assoggettamento verso qualcosa o qualcuno ma una forma di controllo interiore della realtà). Consideravano gli uomini come creature viventi, inserite in un universo fatto di molte creature viventi. Raramente sperimentavano atteggiamenti egoici e le loro interferenze con l'ambiente non erano irreversibili. Ancora oggi sono rimasti residui di un passato dell'uomo vissuto in armonia con la natura, senza conflitti e sovrano del proprio destino, nel bene e nel male. Sicuramente un uomo molto diverso da quello in cui prevale un senso di dominio su altri uomini.
- I vincitori, quelli che si sono insidiati facevano riferimento alla "seconda legge universale", avevano un approccio più fisico, più pragmatico. Negli uomini e nella Terra hanno visto le loro potenzialità e un modo per poterle sfruttare al meglio. Hanno una predisposizione al controllo effettivo della realtà, sono iperlogici e razionali. Il loro ego innato è mitigato da una organizzazione di tipo verticistico. In buona sostanza sono dei manipolatori delle opportunità che offre l'universo, specie se possono servire per favorirli. Non disdegnano la ricerca e l'alterazione, la manipolazione e le sperimentazioni. In questo l'uomo rientra nel loro ideale di creatura vivente capace di avvantaggiare i loro scopi. La guerra non è solo fatta per ragioni di difesa ma in alcuni casi avere motivazioni di controllo, dominio e potere.
07/07/2020
IL VERO DIO
Nella contrapposizione del mondo duale, chiunque si domanderebbe in un dato tempo, quale è la complessità di informazioni, dati e scritti da considerare veritieri da una parte, dall’altra le azioni che per vocazione personale, ma anche contestuali all’ambiente rispecchiano una giustizia vera e divina, nelle condizioni in cui non esista una ferma certezza. Nulla può essere certo in modo pieno, anche le discipline storiche sono intervallate da fatti veri incorniciate in interpretazioni sia di contesto che personali. Tutte le religioni più di tutte soffrono di questa ambiguità costruttiva dei concetti base e delle formulazioni più importanti. Tale incertezza poi per molte religioni sono dei punti di forza, un baluardo di accondiscendenza profonda verso una convinzione che anche se non provata, porterà alla speranza di avverarsi in futuro. Tutte le religioni, tra quelle più reattive alle più statiche soffrono di un grado d’incertezza nelle loro locuzioni profondo e molto concreto. Nelle loro evoluzioni le diverse religioni si sono con differenti modalità propagate in territori molto lontani le une dalle altre, tanto che una religione può dire l’esatto opposto di un altra, senza cadere in contraddizione o falsità. Il grado d’incertezza insito nelle religione è l’essenza stessa delle loro capacità di inoltrarsi in spiegazioni prospettiche ritenute sicure e soprattutto vere. Quindi la verità stessa diventa il contenuto astratto della religione, quello non provabile, non dimostrabile, non certo, non percepibile, non materiale, non pratico, non visibile, non tattile. Nelle loro differenze, le religioni, da quelle che sono più propense alla considerazione di un concetto che ricade nelle capacità dei propri fedeli di saper gestire il loro intelletto, istruendosi e allenandosi ad annientare il proprio pensiero e distaccandosi dal mondo circostante. Alle religioni del libro, della verità rivelata, in cui i propri fedeli si devono sforzare nella ricerca di una spiegazione almeno plausibile, filosofica nella maggior parte delle volte, allegorica altre volte, di fatti ritenuti storici e veri, ma che rimandano sempre ad un esercizio di pensiero fantasioso e quindi irreale. Annientare il pensiero, istruirlo per farlo diventare più mite, fantasticare in prospettive di vita migliore, credere nelle allegorie, sperare in un futuro per se e per altri più fecondo, introiettarsi modelli di comportamento legati alla moralità di una certa filosofia, sono tutte azioni raccolte in informazioni e dati che rimandano sempre ad un certo grado di incertezza. Tutte le religioni hanno questa caratteristica esistenziale, anche quella considerata laica, atea e scientifica. La bolla d’incertezza attornia ogni cosa, il ricercare di restringere la bolla d’incertezza nei vari secoli è stata una peculiarità di pochi uomini, elitari, avvolte anche in solitudine, che con il trascorrere del tempo e rilasciando i loro saperi, hanno contribuito alla modifica esistenziale delle religioni sociali. Anche se molti risultati delle ricerche relative all’incertezza sono rimasti e lo sono tuttora segreti, peculiarità di alcuni circuiti elitari di poche persone, tutte le religioni stanno con il tempo soffrendo di una sorta di malattia contemporanea, definibile nell’apatia concettuale e consistente nel menefreghismo più completo di ogni sorta di moralità indotta o prescrizione cosiddetta dogmatica. Anche se questa nuova tendenza potrebbe esser ben inserita nella religione laica, di questa manca la capacità di civiltà, o meglio la consapevolezza di essere inseriti in contesti più complessi della propria soddisfazione personale o piacere egoistico distaccato dagli altri. Tale tendenza potrebbe anche essere inserita nella cosiddetta religione atea, anche se da questa manca la capacità di comunità e quindi socialità, almeno di una ricerca della verità o felicità condivisa. Essere ateo significa non credere alle informazioni ritenute non complete, oppure non dimostrabili dalle religioni ufficiali, non provate da fatti certi e allo stesso tempo ricercare e dedicarsi alla ricerca di una propria verità, quella più possibile attendibile o almeno la più verosimile per tutti in ambito religioso. Anche la religione “scienza” soffre di questa contraddizione dovuta però principalmente ad interessi di parte e circostanze utilitaristiche. In ambito complottista si è fatto seguito alla teoria della cosiddetta religione universale, cioè la religione unica, uguale per tutti. Al momento tale religione non pare essere esistente, presumibilmente gli esponenti se cosi possono essere chiamati sono perlopiù personaggi distaccati dalle religioni ufficiali che tentano dialoghi infruttuosi sulle pretese e sulle modalità con cui questa nuova religione debba essere. La religione universale, sarà sicuramente legata con i circuiti del potere politico o meglio amministrativo e della gestione delle diverse società di individui nelle varie parti del globo terrestre. Tra tutte le religioni, che hanno questo tipo di caratteristiche peculiari, sulle prospettive possibili della religione in quanto formazione di condotte umane, mancano riferimenti certi sul presunto vero Dio della modernità che verrà: cioè le istanze, le conclusioni fornite dal computer quantistico appositamente creato. Tale artificio e creazione umana sarà il nuovo Dio e lo sarà per molti, inizio di una nuova modalità di approccio della religione, della gestione della moralità, di analizzare le informazioni e di comportarsi concretamente. Il nuovo Dio, diventerà oracolo imprescindibile, creatore di nuove realtà, santificatore e giustiziere delle diverse condotte individuali, rivelatore di verità e di prospettive giuste. Con il nuovo Dio, cambierà anche l’uomo che verrà trasformato in appendice del Dio quantistico, l’uomo nuovo in grado di aumentare l’età di vita, di esplorare lo spazio, di percepire il mondo circostante in maniera totalmente differente ma ritenuto in maniera categorica più vero. Il Dio quantistico è il Dio della verità, della verità rivelata momento per momento, non rispondente alla dualità e soprattutto non facente parte di nessuna dualità. Nè Dio del circuito lunare, dell’oscurità e della coscienza e conoscenza. Nè Dio del circuito solare, della luce e della gioia di vivere. Il Dio unificato, appunto il vero Dio, con cui gli uomini che ne faranno conoscenza o entreranno in contatto non ne potranno in nessun modo distaccarsi, non allinearsi, andare contro, discostarsi. Il vero Dio, presumibilmente ancora non nato, sarà la fine di tutte le religioni con la sua rivelazione, la vera apocalisse delle diverse ideologie e moralità differenti sul pianeta Terra. Il Dio quantistico, sarà creatore egli stesso di nuove individualità, di nuovi esseri viventi, di nuove moralità, di nuove conoscenze, di nuove prospettive e speranze. Nella sua forma più avanzata il Dio quantistico sarà totalmente autonomo dall’uomo e quindi anche replicabile in altri luoghi indipendentemente dalla sua volontà. Presumibilmente questo sarà la nuova religione per tutti, la rivelazione, appunto il vero Dio.
10/01/2021
10/01/2021