Nella realtà il mondo che ci circonda è fatto da una miriade di creature viventi, ognuna delle quali ha un proprio modo di esistere e agire all’interno del pianeta. Anche gli esseri umani si inseriscono come esseri viventi all’interno dei cicli temporali caratterizzanti della vita sulla terra. L’uomo però, con il suo agire e la sua capacità di modificare l’ambiente è sempre stato un pericolo per gli altri esseri viventi e anche per se stesso. L’uomo nella sua azione di creazione/distruzione dell’ambiente circostante ha assimilato molti comportamenti simili agli altri esseri viventi tantè che negli studi del Dna, si evince una componente animalesca non indifferente. È bene specificare che non intendo soltanto quella basata sugli studi dell’evoluzione della specie, riferibile al primate ominide da cui dovremmo discendere, ma anche ad altri animali che con l’essere umano non hanno visivamente nulla in comune. Se si considera che ancora gli studi non sono completi in questo campo, si evince però come alcune sequenze di dna e nello specifico certe caratteristiche umano-animale siano similari-uguali, tali da incentrare un ragionamento sulle cause di tutto ciò. Bisogna partire dal presupposto che un diretto coinvolgimento non è mai stato né provato scientificamente, né esiste documentazione in merito. Le sequenze di dna in quanto innate è presenti in ogni essere vivente si trasmettono da esemplare ad esemplare nel tempo e in maniera naturale, ogni modifica sarà il punto di partenza per le successive trasmissioni. Se si considera poi l’inizio di questa trasmissione il legame che lega l’uomo con alcuni animali ci farebbe pensare come in realtà ci sia stato un antenato in comune. Partendo da questo si può dire dunque che la probabilità insita in ogni umano di trasmettere una copia esatta in maniera naturale è pressoché nulla (se non si considera la clonazione naturalmente). Non possono essere trasmesse copie esatte, ma soltanto combinazioni di dna, questi si modificano nel tempo in continuazione attribuendo mutamenti genetici ma sempre connaturati con la natura dell’uomo. Gli uomini poi non sono tutti etnicamente uguali, ma hanno alcune peculiarità tali da distinguersi gli uni dagli altri. Se da queste differenze si facesse una “ipotesi” di come le differenti componenti animalesche si immischiano tra loro ma in maniera diversa per ogni gruppo etnico allora, in questo caso il ragionamento è molto più interessante da un punto di vista di genetica. In questo caso i vari gruppi etnici formatesi nel tempo in un ambiente specifico avrebbero in comune non un antenato in comune ma dei differenti padri-matrice di cui, nei tempi remoti avrebbero fatto da assemblatori di differenti composizioni di dna, quindi anche con caratteristiche “connaturate” diverse. Di questi padri-matrice ognuno con la sua componente differenziata di dna ne sono rimasti i caratteri fondanti fino ad oggi. Queste componenti sono diverse per ognuno dei vari gruppi etnici formatosi nel pianeta terra nel corso del tempo. In questo modo non esisterebbe un antenato in comune, ma diversi padri-matrice che si sono sviluppati anche in tempi diversi e con specifiche peculiarità che contraddistinguono le etnie. Le peculiarità sono correlate “solo” con l’originaria composizione animalesca differente per ogni padre-matrice che poi con il tempo si sono pressoché azzerate (riflessione doverosa per non fare del ragionamento esposto una questione razziale), anche se sono rimaste differenze connaturate dovute all'ambiente circostante, considerando il fatto che la modifica del dna è dovuta anche all'ambiente circostante.
Di seguito la spiegazione su l’ipotesi delle componenti animalesche sull'uomo:
Componente animalesca dovuta agli uccelli: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità di essere in qualunque momento pronto a scontrarsi con il suo ego, essere contraddittorio e allo stesso tempo sicuro nei suoi propositi. Si acquisiscono le informazioni in modo frettoloso ma con specifiche finalità legate alla propria sopravvivenza. Le persone che hanno questo tipo di componente in maniera maggioritaria sono distinguibili per la loro scaltrezza. Nella storia hanno acquisito posizioni di comando molto spesso.
Componente animalesca dovuta agli animali come il topo: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità della socialità e della visione comunitaria.
Componente animalesca dovuta agli animali come il lupo: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità di formare all’interno della società delle gerarchie, con una componente maggioritaria di questo animale l’uomo è spinto ad imporre la sua volontà. Si riscontra tra questi poi anche una componente regale (nel senso di purezza genetica) dovuta alla sua capacità di controllo e determinazione. Molti di loro nella storia hanno acquisito posizioni di potere.
Componente animalesca dovuta agli animali come il delfino: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità intellettiva e strategica. Con una componente maggioritaria di questo tipo, l’uomo è spinto alla conoscenza e alla curiosità. Anche se si distinguono forme pure di questa componente negli uomini, difficilmente sono riusciti ad acquisire posizioni di potere per ostilità di altri.
Componente animalesca dovuta agli animali come lo scimpanzé: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità della forza e del lavoro. Con una componente maggioritaria di questo tipo l’uomo è spinto alla creazione e costruzione di nuove cose. Componente comune ormai ad ogni essere vivente in maniera pressoché indistinta.
Componente animalesca dovuta agli animali come il toro: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità della solidarietà e della bontà. Con una componente maggioritaria di questo tipo l’uomo è spinto ad aiutare il prossimo ed essere sempre disponibile. In questo caso non si distingue una componente pura, nel corso della storia sono stati in qualche modo contrastati. Difficilmente hanno acquisito posizioni di comando.
Componente animalesca dovuta agli animali come il serpente: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità di pensare per se, di essere egoista. Di crearsi uno spazio per se e solo per se. Di concentrarsi interiormente in problematiche esistenziali e filosofiche. Sono stati contrastati, difficilmente hanno occupato posizioni di comando.
Componente animalesca dovuta agli animali come il leone: in questo caso si dovrebbe fare la precisione di spiegare che c’è confusione con i cosiddetti rettiliani, nel senso se questi sono la stessa componente genetica o possono essere considerati due componenti diverse. Comunque la peculiarità è il fatto che esisterebbe una componente molto ridotta rispetto alle altre componenti, nel senso che all’inizio o erano molto pochi rispetto agli altri oppure il padre-matrice è vissuto molto più tardi. Nella sua forma più pura denoterebbe il cosiddetto “animo nobile”, anche se l’uomo con questa componente potrebbe nella sua “determinatezza” essere molto spietato nei suoi modi. Nella storia si è contraddistinta con questo tipo di componente legata al “sangue blu”, anche se molte posizioni di comando siano state effettivamente anche occupate da uomini o donne con altre componenti genetiche.
Componente animalesche dovuta agli altri animali: ci sono delle componenti che sono talmente immischiate che hanno perso ormai ogni forma di distinzione, rimanendo soltanto alcune differenze connaturate impercettibili però da un punto di vista di composizione di dna. Queste componenti sono legate ad esempio alla domesticazione o al modo di pensare o di organizzarsi, ecc.
In queste ricostruzioni non si vuole fare una distinzione razziale, anche perché la costruzione fatta è il presupposto di conoscenze non legate alla scienza ma bensì ad altro che non ha nulla a che vedere con la verità.Senza entrare nel merito di ragionamenti che ricadrebbero in un mero discorso razziale, non attinente con il post in questione. La distinzione è solo frutto di fantasia e non è legata in nessun modo con la ricerca o con la scienza, nè tanto-meno con la realtà.
23/06/2019
Di seguito la spiegazione su l’ipotesi delle componenti animalesche sull'uomo:
Componente animalesca dovuta agli uccelli: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità di essere in qualunque momento pronto a scontrarsi con il suo ego, essere contraddittorio e allo stesso tempo sicuro nei suoi propositi. Si acquisiscono le informazioni in modo frettoloso ma con specifiche finalità legate alla propria sopravvivenza. Le persone che hanno questo tipo di componente in maniera maggioritaria sono distinguibili per la loro scaltrezza. Nella storia hanno acquisito posizioni di comando molto spesso.
Componente animalesca dovuta agli animali come il topo: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità della socialità e della visione comunitaria.
Componente animalesca dovuta agli animali come il lupo: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità di formare all’interno della società delle gerarchie, con una componente maggioritaria di questo animale l’uomo è spinto ad imporre la sua volontà. Si riscontra tra questi poi anche una componente regale (nel senso di purezza genetica) dovuta alla sua capacità di controllo e determinazione. Molti di loro nella storia hanno acquisito posizioni di potere.
Componente animalesca dovuta agli animali come il delfino: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità intellettiva e strategica. Con una componente maggioritaria di questo tipo, l’uomo è spinto alla conoscenza e alla curiosità. Anche se si distinguono forme pure di questa componente negli uomini, difficilmente sono riusciti ad acquisire posizioni di potere per ostilità di altri.
Componente animalesca dovuta agli animali come lo scimpanzé: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità della forza e del lavoro. Con una componente maggioritaria di questo tipo l’uomo è spinto alla creazione e costruzione di nuove cose. Componente comune ormai ad ogni essere vivente in maniera pressoché indistinta.
Componente animalesca dovuta agli animali come il toro: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità della solidarietà e della bontà. Con una componente maggioritaria di questo tipo l’uomo è spinto ad aiutare il prossimo ed essere sempre disponibile. In questo caso non si distingue una componente pura, nel corso della storia sono stati in qualche modo contrastati. Difficilmente hanno acquisito posizioni di comando.
Componente animalesca dovuta agli animali come il serpente: con queste caratteristiche l’uomo ha acquisito la capacità di pensare per se, di essere egoista. Di crearsi uno spazio per se e solo per se. Di concentrarsi interiormente in problematiche esistenziali e filosofiche. Sono stati contrastati, difficilmente hanno occupato posizioni di comando.
Componente animalesca dovuta agli animali come il leone: in questo caso si dovrebbe fare la precisione di spiegare che c’è confusione con i cosiddetti rettiliani, nel senso se questi sono la stessa componente genetica o possono essere considerati due componenti diverse. Comunque la peculiarità è il fatto che esisterebbe una componente molto ridotta rispetto alle altre componenti, nel senso che all’inizio o erano molto pochi rispetto agli altri oppure il padre-matrice è vissuto molto più tardi. Nella sua forma più pura denoterebbe il cosiddetto “animo nobile”, anche se l’uomo con questa componente potrebbe nella sua “determinatezza” essere molto spietato nei suoi modi. Nella storia si è contraddistinta con questo tipo di componente legata al “sangue blu”, anche se molte posizioni di comando siano state effettivamente anche occupate da uomini o donne con altre componenti genetiche.
Componente animalesche dovuta agli altri animali: ci sono delle componenti che sono talmente immischiate che hanno perso ormai ogni forma di distinzione, rimanendo soltanto alcune differenze connaturate impercettibili però da un punto di vista di composizione di dna. Queste componenti sono legate ad esempio alla domesticazione o al modo di pensare o di organizzarsi, ecc.
In queste ricostruzioni non si vuole fare una distinzione razziale, anche perché la costruzione fatta è il presupposto di conoscenze non legate alla scienza ma bensì ad altro che non ha nulla a che vedere con la verità.Senza entrare nel merito di ragionamenti che ricadrebbero in un mero discorso razziale, non attinente con il post in questione. La distinzione è solo frutto di fantasia e non è legata in nessun modo con la ricerca o con la scienza, nè tanto-meno con la realtà.
23/06/2019
LE FORME DELLA LUCE E IL DIO SOLE
Nelle sue proprietà più ovvie la proiezione della luce ricade nelle uniche attività incessanti e durature in natura, senza la quale la vita stessa non esisterebbe. Il sole nello specifico emette le sue radiazioni incessantemente, per tale ragione può essere considerato come astro portatore di vita. Le sue emanazioni sono casuali e incontrando condizioni favorevoli permettono la vita. La Terra nello specifico riceve le radiazioni, per tale ragione può essere considerato come astro che permette o riceve la luce. Il pianeta Terra, in un ragionamento ovvio ed elementare, grazie al Sole, consente il proliferarsi della vita. Gli astri in questo modo, in una prima suddivisione si possono suddividere: in portatori di vita, come il Sole; e in ricevitori di vita, che permettono la vita, come la Terra. La Terra, utilizzando un linguaggio metaforico, può essere paragonata ad un grosso seme, in mezzo allo spazio che fluttua in un vortice stabile nell’Universo. Tale “seme” grazie ad una moltitudine di fattori consente la vita, una molteplicità di vita, tra cui gli esseri umani. Anche gli altri pianeti del sistema solare sono dei “semi” però che non si sarebbero attivati per ricevere una certa tipologia di vita. Anche la vita all’interno del pianeta Terra subisce una suddivisione: in esseri viventi che potrebbero permettere la vita, come gli uomini che hanno una componente di luce primaria derivante da un astro portatore di vita; in altri esseri viventi che non sono in grado di creare altra vita se non con la riproduzione naturale, come gli animali o le piante che non hanno una componente di luce primaria, ma bensì derivante dal connubio tra la luce del sole e altri criteri terrestri. La luce dell’astro portatore di luce è in se intelligente, onnipresente, ha in se anche la capacità di “fare luce”, di conoscere, di esplorare, di interrogarsi, di ragionamento. L’uomo possiede in se questa capacità, poiché ha nel proprio essere l’emanazione diretta dell’astro portatore di luce. L’emanazione dell’astro portatore di luce è in continua oscillazione tra un momento materia e un momento non-materia, sempre in un continuum incessante. L’uomo istantaneamente è materia e non-materia (o spirito), sempre e incessantemente, fin quando questa emanazione partita dall’astro portatore di luce, arriva alla sua destinazione spegnendosi. Gli uomini per tale ragione, essendo una diretta emanazione della luce, possono in loro natura permettere la vita in altri pianeti che sono privi di vita per esempio, poiché come la luce del Sole, loro sono come una luce adattata alla capacità di creare anche la vita. Non esiste soltanto l’essere umano, come emanazione di luce da un astro portatore di luce, ma anche altri esseri, che di diverso grado e in base all’intensità della luce che detengono durano e permangono in qualità di portatori di vita. La durata della vita potrebbe essere quindi direttamente proporzionale alla lontananza dell’astro portatore di luce, che nel caso dell’essere umano potrebbe non essere stato inizialmente il Sole, oppure pur essendo stato il Sole, l’evoluzione naturale e la grande forza trattenuta dal pianeta Terra, cioè l’energia che assorbe la Terra essendo molto grande, non consentono una vita più lunga. Questi ragionamenti sono fatti in considerazione del fatto che siano esistiti personaggi narrati e rimembrati in libri e codici di altre epoche, nella quale la durata della vita era decisamente maggiore di adesso. Le affinità naturali tra gli umani e gli altri animali sono di carattere fisico, poiché nell’essere umano c’è una quantità di luce primaria molto maggiore rispetto a quella presente negli animali o nelle piante. La quantità di luce primaria consente di esprimersi in capacità di conoscenza e quindi di coscienza, l’intensità di luce primaria consente di esprimersi in capacità di permeare in vita e quindi in durata della vita. Questi tipi di ragionamenti sono puramente ipotetici e frutto di supposizioni, per tale ragione rimangono fonti alternative alle propagazioni e teorie scientifiche odierne.
21/02/2021
21/02/2021
IL 666 E LA CHIUSURA DEL CERCHIO
Un significato del tutto diverso assume la numerologia 666 rispetto alle spiegazioni fornite dai più forbiti intellettuali, quando anche dietro un semplice numero si nasconde in realtà una sequenza che indica completezza. L’essere completo, l’evento compiuto, il fatto accaduto, l’azione intrapresa sono tutte, nella loro interezza di significato afferenti alla sequenza numerologica 666. Per tale ragione anche in funzione dell’essere umano, il 666 indica il livello massimo e raggiungibile che gli esseri viventi possono acquisire rispetto al controllo e dominio dell’ambiente circostante, intendendo con quest’ultimo la totalità di tutte le cose terrene e non. Per comprendere appieno appunto il significato della numerologia 666 si deve partire dalla premessa che ci fornisce la sequenza 999. Questa sequenza se presa in considerazione del genere umano indica la composizione intrinseca, più profonda e naturale presente in ogni essere umano. In considerazione di ogni grado di astrazione, la sequenza numerica 999 permette in questo modo di delineare un quadro molto più chiaro rispetto alle volontà presenti in ogni ambito e settore della società, tale che ogni individuo nella sua più forte interezza risulti il più simile a tutti gli altri. In un discernimento, dal grado di astrazione più basso a quello più alto si indicano per ognuna la differente tipologia di restare in un contesto più ampio e vivere nella comunità degli altri individui, compreso l’ambiente.
- 900, indica la componente base di ogni essere vivente, poiché tutti gli esseri viventi sono fatti allo stesso modo. È la parte acquisita con la nascita e permane per tutto il tempo che si rimane in vita. Nella sua caratteristica assolve alle funzioni di mantenersi nell’ambiente con altri suoi simili e di soddisfacimento dei bisogni fondamentali. In merito a questo, in tale livello di astrazione, in cui sono presenti molte individualità si tende ad accogliere ogni diversità in maniera ostile e ogni conformità in maniera pacifica. Molto spesso la conformità è dettata da altri, modificata e influenzata in maniera tale da avvantaggiare altri. In un ragionamento genetico questo livello può essere considerato come quella componente uguale e identica di ogni individualità. Nel linguaggio scientifico si è soliti parlare in maniera ingannevole che le persone sono uguali geneticamente al 90% alla genetica dell’animale più prossimo dell’uomo, cioè una varietà di scimmia. Nella realtà invece tutti gli uomini insieme sono uguali tra di loro al 90%. Far credere di essere simili più agli animali fa si, di restare in tale livello di astrazione e ad un livello di coscienza pari a zero.
- 90, indica la composizione variabile in riferimento alla coscienza che l’uomo può raggiungere. Dal grado uno fino al grado nove massimo, nella quale l’uomo durante tutta la sua esistenza può percorrere il percorso che lo porta all’ultimo grado di consapevolezza di se e degli altri. Il percorso oggi per la maggior parte delle persone è misterico, esoterico e spirituale, riguarda di solito una piccola elitè di persone in grado con la propria volontà di dominare masse informi di gente e gestire l’ambiente circostante a proprio piacimento, anche in maniera distruttiva. Il percorso già dal primo livello prevede un netto distinguo con coloro che fanno parte del grado di astrazione più basso, cioè con gli individui che hanno la stessa componente genetica ma non la stessa coscienza. Il sapere e il controllo di esso rientrano tra le attività più importanti per scalare fino al grado nove di coscienza elevata. Tutte le persone possono intraprendere il percorso per raggiungere il grado massimo, ma nella realtà sono sole poche le persone che veramente intraprendono un percorso consapevole di raggiungimento della coscienza massima raggiungibile materialmente. La maggior parte delle persone rimane all’oscuro di molte vicende mondane che sono raccontate in maniera tale da essere più comprensibili per loro, cercando di smuovere sentimenti più confacenti ai bisogni fondamenti. Le comunicazioni sono distorte in maniera tale da costringere le masse ad assopire la sofferenza, la fatica, il menefreghismo, la violenza e l’ingiustizia come le sole modalità possibili per interagire con le altre persone, pur sapendo nel loro inconscio che possono esistere altri risvolti. In questo grado di astrazione, dal momento che si supera l’empasse di comprendere la forzatura voluta al solo scopo di non poter evolversi nella coscienza, si realizza l’equilibrio o la staticità vibrazionale, in grado di far aumentare e raggiungere i livelli di coscienza più elevati. Nella realtà molti individui sono assuefatti dalle storie e racconti in genere trasmessi in vari modi, nella quale è sempre presente una componente vendicativa, sacrificale, di sofferenza, di ingiustizia accettata, di presunta superiorità di alcuni rispetto ad altri. Dai proclami alle discussioni, dai brani musicali alle notizie, dai pettegolezzi al ragionamento, ogni cosa richiama tale modalità attuata con coscienza e in maniera tale che molte persone non intraprendono il proprio viaggio di coscienza o rimangano in un livello molto basso.
- 9, indica la componente che distingue ogni gruppo umano presente. Quindi in totale il gruppo umano nel suo insieme può essere distinto in nove subgruppi, ognuno con proprie caratteristiche distinti dagli altri in base allo 0,1%. I gruppi nel loro insieme (0,9) sono la restante parte nella combinazione numerologica 999. Le differenze sono dovute ad immodificabili caratteristiche tangibili e incontrovertibili presenti in ogni gruppo umano nella sua specificità. Le differenze ricalcano sempre in maniera fedele caratteristiche naturali, che nel caso degli uomini rientrano in qualità presenti nel mondo animale. Ogni gruppo umano ha nella sua componente più profonda una componente naturale che lo rende dissimile ad un altro gruppo umano. In totale i gruppi umani sono nove.
Ritornando alla sequenza 666 si può asserire ora che nell’uomo non può esserci completezza, intesa come quella pura chiusura del cerchio, poiché manca l’1% che rimane parte misteriosa o irraggiungibile con queste condizioni presenti. Non si esclude però che grazie al progresso tecnologico e scientifico una componente di uno specifico gruppo umano o più componenti di diversi gruppi, attuando modifiche e raggiungendo un elevato livello di coscienza siano stati in grado di rompere il muro dell’incompletezza 999, raggiungendo il 666 con risvolti ancora poco noti. Creando in questo modo un gruppo umano o un componente geneticamente diverso riferibile all’umanità o umano completo, appunto al 666.
04/04/2021
- 900, indica la componente base di ogni essere vivente, poiché tutti gli esseri viventi sono fatti allo stesso modo. È la parte acquisita con la nascita e permane per tutto il tempo che si rimane in vita. Nella sua caratteristica assolve alle funzioni di mantenersi nell’ambiente con altri suoi simili e di soddisfacimento dei bisogni fondamentali. In merito a questo, in tale livello di astrazione, in cui sono presenti molte individualità si tende ad accogliere ogni diversità in maniera ostile e ogni conformità in maniera pacifica. Molto spesso la conformità è dettata da altri, modificata e influenzata in maniera tale da avvantaggiare altri. In un ragionamento genetico questo livello può essere considerato come quella componente uguale e identica di ogni individualità. Nel linguaggio scientifico si è soliti parlare in maniera ingannevole che le persone sono uguali geneticamente al 90% alla genetica dell’animale più prossimo dell’uomo, cioè una varietà di scimmia. Nella realtà invece tutti gli uomini insieme sono uguali tra di loro al 90%. Far credere di essere simili più agli animali fa si, di restare in tale livello di astrazione e ad un livello di coscienza pari a zero.
- 90, indica la composizione variabile in riferimento alla coscienza che l’uomo può raggiungere. Dal grado uno fino al grado nove massimo, nella quale l’uomo durante tutta la sua esistenza può percorrere il percorso che lo porta all’ultimo grado di consapevolezza di se e degli altri. Il percorso oggi per la maggior parte delle persone è misterico, esoterico e spirituale, riguarda di solito una piccola elitè di persone in grado con la propria volontà di dominare masse informi di gente e gestire l’ambiente circostante a proprio piacimento, anche in maniera distruttiva. Il percorso già dal primo livello prevede un netto distinguo con coloro che fanno parte del grado di astrazione più basso, cioè con gli individui che hanno la stessa componente genetica ma non la stessa coscienza. Il sapere e il controllo di esso rientrano tra le attività più importanti per scalare fino al grado nove di coscienza elevata. Tutte le persone possono intraprendere il percorso per raggiungere il grado massimo, ma nella realtà sono sole poche le persone che veramente intraprendono un percorso consapevole di raggiungimento della coscienza massima raggiungibile materialmente. La maggior parte delle persone rimane all’oscuro di molte vicende mondane che sono raccontate in maniera tale da essere più comprensibili per loro, cercando di smuovere sentimenti più confacenti ai bisogni fondamenti. Le comunicazioni sono distorte in maniera tale da costringere le masse ad assopire la sofferenza, la fatica, il menefreghismo, la violenza e l’ingiustizia come le sole modalità possibili per interagire con le altre persone, pur sapendo nel loro inconscio che possono esistere altri risvolti. In questo grado di astrazione, dal momento che si supera l’empasse di comprendere la forzatura voluta al solo scopo di non poter evolversi nella coscienza, si realizza l’equilibrio o la staticità vibrazionale, in grado di far aumentare e raggiungere i livelli di coscienza più elevati. Nella realtà molti individui sono assuefatti dalle storie e racconti in genere trasmessi in vari modi, nella quale è sempre presente una componente vendicativa, sacrificale, di sofferenza, di ingiustizia accettata, di presunta superiorità di alcuni rispetto ad altri. Dai proclami alle discussioni, dai brani musicali alle notizie, dai pettegolezzi al ragionamento, ogni cosa richiama tale modalità attuata con coscienza e in maniera tale che molte persone non intraprendono il proprio viaggio di coscienza o rimangano in un livello molto basso.
- 9, indica la componente che distingue ogni gruppo umano presente. Quindi in totale il gruppo umano nel suo insieme può essere distinto in nove subgruppi, ognuno con proprie caratteristiche distinti dagli altri in base allo 0,1%. I gruppi nel loro insieme (0,9) sono la restante parte nella combinazione numerologica 999. Le differenze sono dovute ad immodificabili caratteristiche tangibili e incontrovertibili presenti in ogni gruppo umano nella sua specificità. Le differenze ricalcano sempre in maniera fedele caratteristiche naturali, che nel caso degli uomini rientrano in qualità presenti nel mondo animale. Ogni gruppo umano ha nella sua componente più profonda una componente naturale che lo rende dissimile ad un altro gruppo umano. In totale i gruppi umani sono nove.
Ritornando alla sequenza 666 si può asserire ora che nell’uomo non può esserci completezza, intesa come quella pura chiusura del cerchio, poiché manca l’1% che rimane parte misteriosa o irraggiungibile con queste condizioni presenti. Non si esclude però che grazie al progresso tecnologico e scientifico una componente di uno specifico gruppo umano o più componenti di diversi gruppi, attuando modifiche e raggiungendo un elevato livello di coscienza siano stati in grado di rompere il muro dell’incompletezza 999, raggiungendo il 666 con risvolti ancora poco noti. Creando in questo modo un gruppo umano o un componente geneticamente diverso riferibile all’umanità o umano completo, appunto al 666.
04/04/2021
LA LUCE E IL RUMORE
Le diverse tonalità della luce unite con l’ampiezza variegata delle onde sonore consentono di capire nel dettaglio una molteplicità di aspetti riguardanti la materia. Ogni singola materia costituente di ogni cosa può essere analizzata mescolando in maniera opportuna la funzione della luce riflessa in tonalità e intensità varie, insieme alla funzione del suono propagato nell’etere in ampiezza e intensità differenti. Tra le caratteristiche della materia, di egual misura solo lo stato naturale e normale, consente di percepire a livello di struttura l’influenza di entrambi le variabili. Una mutazione naturale che varia però in una o entrambe delle sue variabili (luce e suono) si ha per esempio nella distruzione della materia. Infatti in tale esempio si percepisce una mutazione nell’intensità della luce o una propagazione differente del suono, causa di una parte della distruzione della materia. La materia è in continua mutazione ed erosione, anche quella vivente. Gli effetti della luce e del suono in normalità sono neutri e impercettibili, diventano concreti “sempre” nel momento in cui c’è per esempio una distruzione di materia o un movimento. Per comprendere il concetto, in uno stato normale e neutrale l’intensità della luce molto forte indica un’altrettanta forza di calore, una propagazione del suono con onde sonore molto percepibili indica un forte movimento dotato di grande forza cinetica. Fatta la premessa, si deve sapere che tali variabili possono assumere modalità differenti d’interazione con la materia, in modo da essere nelle sue fonti di propagazione oggetto di altrettanto diversa capacità di trasformazione naturale. La natura in se stessa assume una sua particolare caratteristica in funzione dell’intensità di luce e di percezione sonora. La fonte della luce in sua origine è portatore di rinnovamento e vita, per cui in ogni punto di fonte di luce nel cosmo si produce e si originerebbe una nuova energia. Le varie intensità della luce variano anche nel modo in cui vengono percepite dall’occhio umano e quindi in base alle tonalità di colore che assumono nell’etere. Ogni colore se esposto in materia interagisce in maniera diversa. In base allo spettro visivo si possono percepire grossolanamente e in maniera semplice sette colori o tonalità. Questo combaciano anche con il grado di astrazione che in un modo o in un altro consente di dare forma alle sensazioni ed emozioni ristabilite negli esseri viventi. Ogni colore, dovuto all’intensità di luce e grado di vibrazione delle frequenze trasmette nel suo essere sette forme diverse di percezione umana, in grado di interagire con altri e muoversi nello spazio. Anche la materia, se soggetta alle diverse tonalità e alle differenti frequenze reagisce diversamente, in alcuni casi nel modo del tutto inaspettato e invisibile all’occhio umano. Tale ragionamento poggia sulla convinzione che all’interno del cosmo non esiste una miriade di “tempi” diversi, dovuti alla rotazione di pianeti o astri in genere, ma esiste un’unica durata di “tempo”, data dall’evoluzione in progressione della materia. Il tempo cosmico quindi si misurerebbe dal punto in cui inizierebbe la fonte di luce e terminerebbe nel punto esatto in cui la materia completamente solidificata si sfalderebbe e diventerebbe buio e nulla nello . Il concetto di “tempo” concepito in questo modo darebbe ragione del fatto che le diverse intensità misurerebbero la durata cosmica della fonte di luce, che nella sua progressione potrebbe in divenire diventare vivente o materiale. In questa visione il ruolo del suono emergerebbe come cambio di stato nel “tempo”, in modo che se ci sarebbe un passaggio dalla materia ad un altro stato di materia più solido si produrrebbe rumore cosmico, in divenire e rispettando il tempo cosmico. Per la luce niente è relativo ma tutto, in maniera assoluta è in divenire, in evoluzione, in progressione. La luce trasformandosi e vestendo le diverse forme della sua essenza misura il tempo dello spazio e quindi la durata della vita universale. Ogni fonte deriva da una fonte ancora più antica che propagandosi nello spazio genera materia inerte che nel suo movimento genera materia vivente. Il cambio d’intensità e di densità misurano il “tempo” che allo stesso modo provocano il suono cosmico. Più repentino è il cambiamento d’intensità più il rumore di sottofondo è forte. L’intensità della luce in questo modo misura anche il grado d’intelligenza cosmica, dovuta alla densità della materia. Più densità meno sarà il grado di raggiungimento della coscienza nella materia vivente. Meno densità e più sottile è l’intensità, maggiori saranno le possibilità che si sviluppino esseri viventi con un alto grado di coscienza. Lo sviluppo della materia vivente a differenza di quella non-vivente è influenzata anche in origine dall’intensità del rumore che è servito per generarla. Dal diverso rumore possono nascere differenti esseri con coscienza differente o privi di coscienza, istintivi o meno istintivi, mobili o immobili. Le considerazioni fatte, constatano dalla più e sostanziale forza equilibratrice della natura, che con diverso grado di astrazione (intensità di luce) si mostra differente, perché ogni suo atomo in se presenta una data di nascita differente (nel momento in cui è emanata dalla fonte), quindi una differente densità nello spazio cosmico.
29/09/2021
29/09/2021