Alcune considerazioni devono essere fatte al riguardo di come effettivamente si percepiscono gli accadimenti nel tempo attuale. Un primo tema è quello se da una analisi atomizzata della realtà tutto ci sembra uniformato a delle variabili note e come tali ben ipotizzate, tanto da distinguerci come esseri viventi dalla materia circostante inanimata. In questo ambito è importante rilevare che ciascun individuo accumula energia dall’esterno introiettando sempre altri organismi viventi, nel senso non propriamente materiale inanimato, oppure può spingersi all’accumulazione di energia anche con l’ausilio di materiali non organici, prendendo in questo la considerazione dell’importanza dei sali minerali nelle diete di tutti gli esseri viventi. In una visione atomizzata quindi gli esseri viventi hanno bisogno di altri esseri viventi e anche dell’apporto di nutrienti dalla materia inanimata. In generale il corpo umano è stato abituato all’assimilazione di determinati nutrienti della materia inanimata che complessivamente hanno una importante influenza nella generazione e crescita di un essere vivente. Una ragionamento fatto in merito allo sviluppo evoluzionistico dovrebbe prevedere un cambio di alimentazione al fine di apportare quelle modifiche necessarie al livello di energia organica e la sperimentazione verso nuove forme di assimilazione di materiale inorganico. Una evoluzione umana che protenda appunto dalla necessità di sperimentare nuove forme di accumulazione di determinati minerali anche sperimentali e innocui per l’alimentazione umana. Una modalità di evoluzione intesa in senso più stretto deve per forza passare per un tipo di alimentazione e risposta dell'organismo in senso positivo. Altra forma di evoluzione individuale è poi legata all'innalzamento della coscienza (si rimanda all'interno del sito per approfondimento). Altro tema è quello di considerare la capacità di influenzamento che alcuni uomini possono aver avuto o che hanno rispetto ad altri. L'instaurazione di un potere può generare conflitti anche molto aspri all'interno delle società, ma anche rispetto ad altre comunità di individui. Forme di unificazione delle comunità che possono derivare da istanze umanitarie o da aspetti finanziari possono formare modalità di comando accentrate e molto ristrette di uomini. La globalizzazione del genere umano in seno ad un unica umanità è una forma di evoluzione prospettabile. In tale considerazione è importante capire se nelle logiche del controllo inerenti il dominio delle menti e il potere sui corpi si sono potute sviluppare forme di identità libere in grado di placare i contrasti giudiziosamente e senza conflitti d'interesse. Gli Stati nazionali nelle loro varie forme hanno formulato al suo interno e anche insieme con altri Stati organismi di regolazione dei conflitti. Il disfacimento degli Stati è una modalità evolutiva collettiva nella quale c'è un trasferimento anche dei relativi poteri. Questi poteri in cerca del dominio sono sospinti da una loro visione delle cose che spesso contrasta con la reale situazione degli esseri. Senza prendere in esame l'eventuale possibile presenza di altre forme di vita intelligente proveniente da altri pianeti, gli uomini sulla terra, specie alcuni hanno dimostrato di arrivare ad estorcere porzioni sempre più ampie di potere e dominio sorretti principalmente da posizioni egoistiche. Questi egoismi se saggiamente sospinti da altre categorie di individui opportunisti possono portare alla virtualizzazione della realtà. Arrivare al punto che il cosiddetto “bene” e “male” provengono dalla stessa parte. Una modalità di controllo nella quale ogni settore e ogni aspetto delle persone è dipendente dalle volontà di pochi uomini. Sapendo che il bene e il male sono due concetti relativi, si potrebbe sintetizzare con il dire che con la virtualizzazione della realtà alcuni uomini riescono a gestire e mantenere il potere su altri uomini tramite la creazione artefatta di problematiche legate anche alla sopravvivenza. Questa classe mantiene al contempo il dominio eliminando quegli individui che comprendono la reale situazione negli accadimenti. In questo modo anche i disservizi, le ruberie, la corruzione e altre tipologie di reati e ingiustizie sono funzionali ad arrecare una reazione emotiva alla collettività che tende ad estremizzare in seguito ogni vicenda. Questa modalità di dominio che l'evoluzione collettiva sta portando a compimento prevede che determinati fatti devono essere conosciuti dai più, questo perchè sono funzionali allo stravolgimento delle menti e quindi i portatori di verità non sono tutti eliminati, ma sono accompagnati verso la loro funzione di rivelare la verità fino ad un certo punto. Tra questi alcuni sono veritieri, nel senso che raccontano la verità in un modo che tendono a percepire e comprendere o lasciati fare, altri individui invece sono direttamente funzionali al potere, poichè le loro rivelazioni hanno solo l'obiettivo di stravolgimento delle menti. Tra i primi, quelli che riescono a comprendere realmente la realtà e le cosiddette manovre di potere e dominio o vengono fisicamente eliminati o tramite meccanismi di ingegnieria sociale tacitati. In considerazione di ciò c’è da dire che la virtualizzazione della realtà dal punto di vista di gestione del dominio è molto variegata (dalla presenza di molte nazioni) con un livello non ancora molto avanzato, ma ha raggiunto un buon livello nella prospettiva del potere unificante, anche perché oggi ci sono molti poteri che difficilmente potrebbero essere contrastati, anche da specifici istituti di diritto internazionale. Con la virtualizzazione della realtà tutto diverrebbe controllato in una sorta di tirannia omnia comprensiva di ogni pretesa, anche la stessa sopravvivenza. Un passaggio intermedio della virtualizzazione della realtà è il camuffamento degli accadimenti da parte degli stessi soggetti che da una parte tentano di controllare le menti e dall’altra invece tentano di eliminare fisicamente o socialmente chi intuisce e comprende la vera origine degli accadimenti avversi. C’è da fare una precisazione sul fatto che da tale dinamiche possano esserci eventuali altre intelligenze provenienti da altri pianeti. Anche se presenti e in grado di influenzare la vita sul pianeta terra, il ragionamento della virtualizzazione della realtà è sempre valido. In poche parole se la fonte della virtualizzazione della realtà arriva dall’egoismo oppure dalla pretesa di altri esseri colonizzatori della terra, il ragionamento non cambia. L’evoluzione della virtualizzazione della realtà è l’iper organizzazione, l’efficienza nei rapporti umani e la previsione maniacale di qualsiasi tipo di comportamento e tra questi quelli passibili di essere puniti. In presenza di tecnologia avanzata l’evoluzione della virtualizzazione porterebbe a società molto apatica e insensibile. Senza la presenza di una cospicua tecnologia avanzata, l’evoluzione della virtualizzazione porterebbe alla società brutale o molto violenta. Da precisare che la virtualizzazione della realtà è possibile anche all'interno di una singola nazione, anzì ci sono stati esempi storici di dittature che tendevano verso una virtualizzazione della realtà. Una evoluzione in presenza di altri esseri viventi presenti in altri pianeti (molto probabile) prevede sulla terra una globalizzazione dell'umanità, la non presenza di altri esseri viventi simili all'uomo prevede l'instaurazione di dittature nazionali che con il tempo, senza che siano disfatte sfociano in virtualizzazione della realtà.
20/02/2020
20/02/2020
ESSERI ORGANICI E INORGANICI
In una prospettiva futura, dovrebbe emergere con modalità più o meno accentuata la presenza di esseri totalmente inorganici creati sulla terra. Universalmente la distinzione tra esseri organici e non organici, presumibilmente ha attraversato diverse ere e conosciuto diversi spazio nel cosmo. La distinzione non è per niente banale ma riflette la possibilità di esplorazione degli esseri organici attraverso esseri non organici. All’interno dell’universo molto importanza hanno oltre ai diversi materiali la ricerca di informazioni, ogni tipo di informazione. Gli esseri non organici oltre al superamento di molti limiti cosiddetti biologici e temporali, possono e hanno raggiunto in determinate zone dello spazio una capacità anche rigenerativa. Intesa questa come la capacità di auto-ripararsi, di effettuare prelievi di materiali e procacciare energia, di decidere autonomamente, di effettuare viaggi rischiosi, di essere come immortali. In una scala di sofisticazione, gli esseri non organici possono essere solo distrutti fisicamente e in maniera da essere annientati, per poter non più vivere. Gli esseri organici nell’universo hanno con il tempo creato equipaggi interamente costruiti da esseri non organici, interconnessi con la stessa astronave, alla ricerca di informazioni all’interno dei diversi mondi, capaci di convogliare e far in modo di trasmutare i messaggi agli esseri organici ovunque si trovino. Tra le informazioni più custodite anche con la forza, ci sono sicuramente quelle relative alla vita quasi eterna per gli esseri organici. Infatti tra gli esseri organici, alcuni hanno sviluppato la possibilità di avere una lunga vita e di esplorare determinate zone dell’universo. C’è da dire che la vera esplorazione è effettuata da esseri non organici, resistenti alle alte temperature, alle basse temperature, con una potenza di calcolo e di ragionamento molto elevata, in grado di esplorare ogni tipo di “spazio” e di “mondi”, capaci di apprendere dall’esperienza passata e di recepire la maggior parte delle informazioni. Sono capaci per loro natura di auto-ripararsi e di rigenerarsi, vulnerabili soltanto ai violenti urti, alle condizioni impossibili, agli attacchi di altri esseri come o migliori di loro. Un primo passo dell’evoluzione degli esseri organici, come l’uomo è l’invio di altri esseri non organici capaci di esplorare l’universo in divenire per raccogliere le informazioni sulle miriadi di possibilità che l’universo è capace di dare, tra cui una vita fisica molto lunga. Da questa prospettiva futura e presumibilmente molto possibile, anche gli altri nello spazio hanno fatto questo passo, anzì hanno un grado di evoluzione in questo senso molto superiore, sono avanti nel senso di gestire molte variabili universali a proprio vantaggio. Anche per tale ragione, molti esseri organici di altri mondi, hanno programmato gli esseri inorganici, con diverse modalità di approccio con gli altri esseri organici che dovessero incontrare nei loro cammini. Tra queste modalità sicuramente c’è la sorveglianza delle variabili strategiche e cruciali di un mondo, in modo da fermare e arrestare un determinato progresso. Tra le modalità possibili che vengono attuate da esseri inorganici, potrebbe esserci il cosiddetto “oracolo olografico”, con la quale inscenando una forma pseudo religiosa si riesce a portare determinati uomini (esseri organici di determinati mondi con un grado coscienza basso) alla convinzione di agire per uno scopo ma in realtà si agisce per gli scopi di altri esseri inorganici (programmati da esseri organici), che nelle loro modalità di azione hanno valutato come migliore un approccio simile ai funzionamento della religione. Come ho cercato di spiegare nell’universo sono solo importanti le informazioni, tutti le vogliono e tutti se le contendono, anche in maniera violenta. Le informazioni possono portare ad un grado di sviluppo e di vita degli esseri organici, come l’uomo inimmaginabile. Ma non sono importanti solo quelle informazioni che riguardano tecniche genetiche e biologiche, ma anche quelle della tecnica (ingegneristiche, di lavorazione, di costruzione), informazioni meramente mediche, di politica e gestione degli individui, di religione e ogni altra informazione utile. Da tale ragionamento si desume come oggi anche una guerra dipende da determinati livelli di conoscenza e coscienza e non soltanto delle risorse vere e proprie. Alcune volte un collegamento con tali esseri non di questo mondo è palese, tanto da orientare la stessa vita sul pianeta Terra.
08/08/2020
08/08/2020
PECCATO ORIGINALE
Nell’avvicinamento alle più svariate spiegazioni in merito ad una concezione più razionale di avvenimenti mitologici, una componente rimasta perlopiù invariata è quella riguardante l’origine, la fonte, il messaggio primo. Questi scritti hanno subito negli innumerevoli anni un’immutata interpretazione, una univoca e quasi immutabile spiegazione. Le vicende riportate e giunte fino ad oggi, scritte e trascritte, tradotte e spiegate, sono state e lo sono ancora oggi inclini di travisamento, d’inganno e molto più spesso di errate interpretazioni. La parola contestualizzata in frasi che ne descrivono vicende vere o presunte tali, fantasiose o presunte tali, svolge una funzione perentoria nello sviluppo istantaneo dell’idea stessa, nel momento in cui l’elaborazione mentale associa istantaneamente un fatto proiettato, direttamente collegato alla parola contestualizzata. Quindi l’insieme delle parole che descrivono una vicenda ricollegata ad un evento particolare, rimanda in maniera automatica a quel concetto descritto e anteriore nel tempo che ne da anche la spiegazione. Questo interiorizzare della descrizione e interpretazione delle vicende narrate prese e considerate immediatamente, si conclude con una successiva operazione di non esplicitare ulteriormente, quindi di fermarsi e proiettarsi in quella linea evolutiva dell’idea. In maniera singola, personalmente l’elaborazione e concettualizzazione di vicende riportare e facilmente conoscibili tramite scritti o altro, non provoca una modifica significativa nell’ambiente, se non quella che ne causa una variazione appunto personale del modo di intendere le cose e l’ambiente circostante. Invece se l’elaborazione e la concettualizzazione sono collettive, provoca una modifica dell’ambiente, se questa è duratura comporta una variazione percepibile e ben presente, se aumenta il suo eco e i destinatari usufruitori la trasformazione diventa l’ambiente stesso, nella misura in cui questa concettualizzazione viene ritenuta presente e vivente e non necessariamente plausibile o vera. I passaggi per mezzo della quale un comportamento ritenuto naturalmente idoneo, può causare un ribaltamento del normale e diverso andamento delle vicende personali, sono tutti incentrati sulla diversa interpretazione delle vicende storiche che vengono di volta in volta rilette e assimilate con la solo pronuncia. In questo modo un fatto è collocato sempre nel vago, nell’indecifrabile, senza precedenti, senza storia, ma realmente accaduto, percepibile e ben presente, come se fosse preciso, facilmente decifrabile, accaduto in un momento preciso e ripresentato nel corso della storia. Questa facoltà mentale, ripropone schemi stereotipati di andamenti essenziali che lasciati trascorrere modificano in maniera indelebile la realtà. La realtà si compone e viene permeata da tali processi mentali che di volta in volta rimangono stabili nella loro concezione d’intendere le cose. In un racconto tramandato da più generazioni nella quale è descritto la vicenda di un albero che cammina, spostandosi a suo piacimento, un po' di qua e un po' di là, provoca se contestualizzato in una data idea una sua spiegazione, che con il tempo acquisisce una data forza creatrice. Tranne che in racconti fantastici, favole e altri brani per bambini, “l’albero che cammina” evidentemente non esiste se non nella mente di chi scrive racconti fantastici, favole e altri brani per fanciulli. Se poi all’albero che cammina si attua un processo di concettualizzare ricollegando un fatto che per qualcuno è ritenuto importante, degno di nota, piacevole, intrigante, significativo, storico, anche se palesemente falso, allora per questi l’intera realtà, l’ambiente circostante nel momento in cui si richiama l’albero che cammina, riporta un fatto importante, piacevole, significativo, capace di plasmare il divenire e la realtà di quest’ultimo. Questa trasposizione mentale è continuamente effettuata e rimanda alle facoltà mentali degli uomini. Quando si tratta di fatti mitologici, questi possono diventare una forma incisiva di trasposizione mentale in grado di cambiare gli avvenimenti della storia. Quando a questi viene ricollegata anche una religione, allora le trasposizioni mentali oltre a plasmare la storia, variano il modo con cui l’uomo interagisce con l’ambiente circostante, modificando in funzione di esso. A questo riguardo si può fare un esempio descrivendo diverse interpretazioni di uno stesso fatto della religione cristiana. Il creazionismo pone le basi anche sul concetto di “peccato originale”, udendo questa parola la maggior parte dei cristiani riconoscono un determinato fatto, viene contestualizzato, viene data una spiegazione univoca. Alle stesse parole: “peccato originale” viene fatta anche una trasposizione mentale automatica che riguarda l’antico testamento con il nuovo testamento, molto più recente dell’antico testamento, ricollegandolo alle vicende dei vangeli. Le stesse parole, appunto prese, suscettibili di tale facoltà, possono essere contestualizzate in maniera diversa. Facendo ciò, si eliminerebbe la trasposizione mentale collettiva, dovuta alla contestualizzazione del concetto stesso. Se per esempio s’intendesse con “peccato originale” un fatto diverso da quello che la maggior parte delle persone intende oggi, ritenendolo almeno significativo, anche se presumibilmente falso, allora si creerebbe un’altra trasposizione mentale, che causa con il tempo un’influenza nell’ambiente circostante e una modifica delle vicende. Un peccato originale visto appunto come un’espressione che indicava una condizione di quegli uomini vissuti in un remoto passato, colpevoli di aver violato le prescrizioni ritenute allora vigenti nelle rispettive realtà. In un collegamento anche con il creazionismo si potrebbe fantasticare dicendo che il pianeta Terra era considerato una colonia di prigionia per vari reati inespiabili nelle loro realtà. Il peccato originale divenuto in questo modo reato inespiabile, riguardava più esseri provenienti da diversi Sistemi, riuniti e portati sulla Terra. Sulla Terra espropriati o meglio azzerati dei propri mezzi, lasciati vivere sotto controllo ma essenzialmente liberi. Sulla Terra divenuti liberi ma controllati, nella sua qualità innata, sono stati promotori di diverse dottrine, tutte incentrate sulla loro capacità superiori di concepire le cose e la vita. L’uomo di oggi che ne discende, ha in se il “peccato originale” inteso anche come la possibilità di vivere un tempo di massima coscienza brevissimo, concentrato nell’età della vecchiaia. Tale peccato originale oltre ad aver permesso una vita molto breve degli uomini, ha permesso un ribaltamento della conoscenza, divenuta per sua stessa natura irraggiungibile in una vita, di conseguenza vivendo sulla Terra in uno stato di perenne incoscienza o coscienza non matura, conoscendo soltanto una piccola parte della realtà. Soltanto chi fu responsabile di infliggere tale pena può di sua volontà allungare la vita e di conseguenza allargare il periodo di vita con coscienza massima, con la creazione di conseguenza di società proiettate nella storia diversa. Quindi nell’esempio, se s’intendesse in questo modo il “peccato originale”, rileggendo il vecchio testamento e gli scritti corrispondenti, con questa linea di lettura, allora si avrebbe una diversa trasposizione mentale, che a sua volta causerebbe una diversa realtà, un avvicendamento e un proiettarsi delle vicende in divenire molto diverse. I miti, la religione e gli avvenimenti storici ritenuti significativi, la scienza, hanno un ruolo importante nelle mappature celebrali, in grado di plasmare la realtà e gli avvenimenti futuri.
11/11/2021
11/11/2021
TEORIA DELL'UOMO ENERGIA
L’unica possibile alternativa alle teorie della distruzione, della guerra e della morte è il cambio di prospettiva alle teorie possibili. Rimanere inermi in attesa del peggioramento o essere condannati all’annientamento. Quindi l’unica alternativa possibile è la teoria che non c’è, che non esiste. Lo sviluppo di più capacità in seno ai super computer e allo stesso modo l’esigenza di mitigare e diminuire le capacità in seno alla persone. La necessaria implementazione di una rete nell’etere sempre più sviluppata e potente, capillare e pervasiva. Non è l’unica via in prospettiva, ma rimane l’alternativa più logica nelle uniche teorie della distruzione e dell’incognito. Il vettore verso la quale ogni conversione della vita mira per orientare il futuro. Tutti sono sempre troppi in un contesto dove ogni singola cosa è in esaurimento. Tutto si conclude nel cerchio della vita dove in prospettiva si percepisce l’inevitabile fallimento del passato, l’arrivo del nuovo ordine, fatto di controllo, de-popolamento forzato, carestie e miseria, guerra e distruzione, ma anche di tecnologie sempre più sofisticate e altamente performanti, quasi con una coscienza in divenire per la quale a stento si trova un argine alla loro capacità di calcolo e di interazione. L’alternativa non esiste attualmente, se non si attinge alla voglia di cambiare dall’inevitabile, dal destino scritto, pianificato, simulato e perentorio nel tempo, fatto di passi scanditi e attività siffatte. La tecnologia al servizio del capitale ha escogitato le alternative, dove l’unica alternativa a tali cose non c’è. L’uomo si accontenta e aspetta inerme all’inevitabile, creatore della tecnologia che esso stesso aiuta alla sua evoluzione, in cerca di riparo dalle fluttuazioni violente di un futuro pieno di incertezze ma certo nella sua fatalità abominevole per la maggior parte. L’esaurimento e il controllo delle risorse, causali di conflitti e di morte sono accettate anche al di fuori dei più basilari diritti, pretese di sopravvivenza e accettazione delle sconfitte. La tecnologia più performante al servizio degli uomini, ricalcola ogni secondo migliaia di variabili della vita stessa, arrivando schematicamente alle uniche alternative possibili, alle solo possibilità accettabili, all’inevitabile cambiamento, al nuovo paradigma da seguire categoricamente senza tentennamenti e senza titubanza. La simulazione in divenire porta come ideale unico l’accettazione all’inevitabile, al futuro, alla prospettiva, alla nuova evoluzione umana.
Altra faccia della medaglia è l’interruzione dell’unica via possibile con la “morte della tecnologia”, dell’oracolo elettronico, figlio dell’uomo, al servizio dell’uomo. Questo non cancellerebbe la scarsità delle risorse e la violenza, ma ricondurrebbe nell'aleatorietà del futuro incerto. Il nuovo ordine è trascritto dalla nuova tecnologia e dalla nuova scienza, cui senza di essa l’ordine nuovo prenderebbe le sembianze di ordine già visto.
Ipotesi di una teoria che ancora non esiste: nell’estremità delle prospettive nella quale prevale sicuramente ad oggi il predominio della tecnologia e della scienza sulla volontà dei popoli, dove il futuro in ordine alla nuova tendenza impone attività sempre più conflittuali tra persone, comunità, popoli, nazioni e continenti, con possibili risvolti di annientamento di interi popoli e porzioni di territori. Una crescente emergenza dei materiali, dovuti in prima istanza al soddisfacimento dell’energia, specie quella elettrica, all’esaurimento dei combustibili fossili che per loro natura non sono rinnovabili, all’impossibilità di far fronte alle crescenti richieste in termini di fabbisogno. Queste istanze potrebbero in parte essere soddisfatte attraverso un “nuovo ruolo” con cui è chiamato l’essere umano, quello di “unità produttiva di energia”, attraverso la quale attraverso il suo lavoro esso stesso è produttore di l’energia elettrica, sostituendosi alla forza motrice dei combustibili fossili. In tale alternativa, che si differenzia dall’auto-produzione in proprio o dall’auto-sufficienza energetica, nascerebbe una nuova figura lavorativa, che non richiede specializzazioni di nessun genere, se non il sapersi coordinare con altri lavoratori affinché sia raggiunto una quantità accumulata sufficiente al fabbisogno energetico richiesto. Il lavoro delle “unità produttive di energia” in grado ogni giorno di generare, con il loro lavoro, l’elettricità richiesta per il soddisfacimento di una comunità, di un popolo, di una nazione, di un continente. Ogni persona dovrebbe essere chiamata al ruolo di “unità di energia” almeno una volta, nessuna persona dovrebbe essere non coinvolta nella società. Società che in tale maniera conserverebbe più o meno le stesse dinamiche odierne, ma perderebbe le prospettive avverse. Società che farebbe emergere una nuova classe lavoratrice, essenziale e importante, coprente e in grado di risolvere anche le storture del capitalismo. Infatti un presunto reddito universale sarebbe sostituito con l’attività iniziale di “unità produttiva di energia” che non si esaurisce solo nel convogliamento della forza fisica in energia elettrica, ma in altre attività che possono prevedere in un crescendo: il controllo macchine, il coordinamento unità, gestione impianti, il supporto, la sostituzione, la manutenzione, la vigilanza e la direzione. C’è da aggiungere che il costo complessivo ad oggi dei combustibili fossili, sarebbe minore rispetto all’attività di mini-impianti, impianti e centrali con forza motrice umana, ma non si discosterebbe di molto da un presumibile reddito generato dalle unità produttive di energia considerate nel suo complesso. Questa è l’alternativa che ancora non c’è. Questa è l’unica alternativa alle più sempre reali teorie della distruzione, della guerra e della morte.
06/03/2023
Altra faccia della medaglia è l’interruzione dell’unica via possibile con la “morte della tecnologia”, dell’oracolo elettronico, figlio dell’uomo, al servizio dell’uomo. Questo non cancellerebbe la scarsità delle risorse e la violenza, ma ricondurrebbe nell'aleatorietà del futuro incerto. Il nuovo ordine è trascritto dalla nuova tecnologia e dalla nuova scienza, cui senza di essa l’ordine nuovo prenderebbe le sembianze di ordine già visto.
Ipotesi di una teoria che ancora non esiste: nell’estremità delle prospettive nella quale prevale sicuramente ad oggi il predominio della tecnologia e della scienza sulla volontà dei popoli, dove il futuro in ordine alla nuova tendenza impone attività sempre più conflittuali tra persone, comunità, popoli, nazioni e continenti, con possibili risvolti di annientamento di interi popoli e porzioni di territori. Una crescente emergenza dei materiali, dovuti in prima istanza al soddisfacimento dell’energia, specie quella elettrica, all’esaurimento dei combustibili fossili che per loro natura non sono rinnovabili, all’impossibilità di far fronte alle crescenti richieste in termini di fabbisogno. Queste istanze potrebbero in parte essere soddisfatte attraverso un “nuovo ruolo” con cui è chiamato l’essere umano, quello di “unità produttiva di energia”, attraverso la quale attraverso il suo lavoro esso stesso è produttore di l’energia elettrica, sostituendosi alla forza motrice dei combustibili fossili. In tale alternativa, che si differenzia dall’auto-produzione in proprio o dall’auto-sufficienza energetica, nascerebbe una nuova figura lavorativa, che non richiede specializzazioni di nessun genere, se non il sapersi coordinare con altri lavoratori affinché sia raggiunto una quantità accumulata sufficiente al fabbisogno energetico richiesto. Il lavoro delle “unità produttive di energia” in grado ogni giorno di generare, con il loro lavoro, l’elettricità richiesta per il soddisfacimento di una comunità, di un popolo, di una nazione, di un continente. Ogni persona dovrebbe essere chiamata al ruolo di “unità di energia” almeno una volta, nessuna persona dovrebbe essere non coinvolta nella società. Società che in tale maniera conserverebbe più o meno le stesse dinamiche odierne, ma perderebbe le prospettive avverse. Società che farebbe emergere una nuova classe lavoratrice, essenziale e importante, coprente e in grado di risolvere anche le storture del capitalismo. Infatti un presunto reddito universale sarebbe sostituito con l’attività iniziale di “unità produttiva di energia” che non si esaurisce solo nel convogliamento della forza fisica in energia elettrica, ma in altre attività che possono prevedere in un crescendo: il controllo macchine, il coordinamento unità, gestione impianti, il supporto, la sostituzione, la manutenzione, la vigilanza e la direzione. C’è da aggiungere che il costo complessivo ad oggi dei combustibili fossili, sarebbe minore rispetto all’attività di mini-impianti, impianti e centrali con forza motrice umana, ma non si discosterebbe di molto da un presumibile reddito generato dalle unità produttive di energia considerate nel suo complesso. Questa è l’alternativa che ancora non c’è. Questa è l’unica alternativa alle più sempre reali teorie della distruzione, della guerra e della morte.
06/03/2023