Una importante distinzione originaria prevalentemente dal pregiudizio è data dalla possibilità di riconoscere il bene dal male. Ognuno è in grado di sapersi districare in una simile distinzione, anche facendo riferimento molto spesso con la propria esperienza vissuta. C’è da dire fin da subito però che tale distinzione non è coincidente per tutti, nella realtà molte volte si associano a fatti, azioni e parole un significato che per alcuni ricadono nella sfera del sistema male per altre persone ricadono nel sistema bene. Anche concetti come la soppressione della vita che per molti potrebbe sembrare univoca, in realtà non lo è. Il pregiudizio in tal caso è molto forte, ma nessuno può obiettare che allo stato attuale nelle nazioni di tutto il mondo molte persone perdono la vita perché ad esempio sono state uccise dalla polizia per legittima difesa in un contesto criminale senza suscitare nessun tipo di clamore. Quindi il contesto tra bene e male non è marcato come per alcuni potrebbe sembrare, anzì spesso c’è molta confusione nel saper scindere un comportamento dalla propria morale e poi questa considerarla anche giusta secondo coscienza. Qualcuno vi potrebbe dire semplicemente per far del bene bisogna “non far del male”, è logico e non ha nessun tipo di contraddizione. Essere rispettosi, rispettare la legge, amare il prossimo, fare cose buone, respingere le negatività, essere onesti con se stessi e gli altri, osservare i precetti morali o religiosi, non volere il male degli altri, non essere cattivi, non essere egoisti, non ingannare, non dire falsità, non farsi del male e tante altre che si intersecano in quello che potrebbe chiamarsi come le condotte “giuste”. A questo punto sorge un dubbio, essere rispettosi sempre è bene? Oppure rispettare la legge sempre ricade nel sistema bene? E cosi via. Effettivamente possono sorgere avvenimenti in cui si presentano condizioni tali da ritenere di non provare rispetto per quel determinato comportamento, azione o parole. Ognuno come si cercava di dire, ha una propria moralità e questa è diversa per ognuno. Non tutto quindi è degno di rispetto. Come il rispetto anche gli altri comportamenti, ritenuti tali hanno questa contraddizione di fondo che è difficile dipanare semplicemente con una distinzione approssimativa. All’interno dei singoli comportamenti ci sono ulteriori suddivisioni che dividono in perpetuo fino a quando non c’è l’immobilismo puro, l’esistenza senza esistere, il non fare, il non comportarsi, il non parlare, il non agire. Se quindi si parte dalla concezione di poter distinguere il bene dal male allora questa per come esposto non può essere concepita come una verità assoluta. Se il “non fare niente o nulla” è l’inizio del concetto di bene e di male allora questi due concetti in realtà non esistono in assoluto ma sono solo interpretazioni della realtà. Quindi partendo dal concetto di “non fare nulla” si possono fare delle riflessioni sulla questione del modo in cui ognuno può effettivamente collocarsi in uno dei due poli semplicemente con il pensiero. Il pensiero ha la caratteristica di essere segreto, solo la nostra mente conosce le nostre intenzioni. Con il pensiero che c’è l’interpretazione, con la mente si analizzano i fatti, le cose, le persone, il mondo circostante. Se si parte dal presupposto quindi di interpretare solo gli altri, restando fermi nell’immobilismo completo, facendo solamente delle riflessioni mentali sul comportamento degli altri allora solo le azioni degli altri ricadranno nel sistema del bene o in quello del male. Il nostro pensiero si limita ad un giudizio ma senza entrare nel merito, cioè senza schierarsi, ma riconducendoli ad una aspettativa di chi vorrebbe che un tale comportamento o azione arrivasse ad un determinato risultato. Ognuno vive in un sistema di aspettative e queste nelle società di oggi hanno un riferimento molto marcato con le disponibilità e i possedimenti. Se si giudica l’aspettativa e si riesce ad interpretarla allora in un contesto di confusione tra ciò che è bene o male, le singole coscienze e solo quelle formano la morale che c’è dietro a tutti i comportamenti. La morale quindi può essere un freno per non far del male e comportarsi bene, una morale dettata dalla coscienza e quindi dalla mente. La mente elabora i ragionamenti, questi interpretano le aspettative degli altri e fanno dei distinguo approssimativi tra ciò che potrebbe essere bene e ciò che potrebbe essere considerato male. In questo contesto i concetti di male assoluto, inteso come l’effettiva scomparsa di tutti i pensieri è un fattore legato al significato della scomparsa di tutta la vita. Il concetto di bene assoluto ricadrebbe invece nel completo sviluppo e benessere di tutta la vita. “Vita” che è alla base del pensiero e quindi del giudizio, quale forma di morale per interpretare in base coscienza. Si arriva a questo punto a fare considerazioni sul fatto che se c’è vita allora questa non deve essere immobile. Se si è immobili, fermi allora c’è la morte. Come da logica i concetti di vita e morte con quelli di immobilismo e agire vengono prima del bene e del male. Come è possibile a questo punto fare ulteriori riflessioni in merito alla questione proposta? La risposta dovrebbe essere quella meno ovvia, cioè si parla di “bene” quando il concetto di vita si fonde con quello di immobilismo. Si parla di “male” quando il concetto di morte si fonde con quello di agire. Il sistema nel suo insieme è perfetto, non trovando in nessun modo una restrizione morale o una interpretazione ambigua. Discendendo da questo la mente può fare le sue interpretazioni, facendo attenzione anche al fatto che spesso il denaro nasconde l’aspettativa di provocare sofferenze, dispiaceri e morti, inscenando un sistema di controllo morale che però si basa sul “movimento”, sull’azione che alcuni hanno nel provocare la morte degli altri.
11/11/2019
11/11/2019
Le costanti universali
La speranza è in sua caratteristica principale una proiezione benevola, positiva, priva di complicazioni e problemi, rispetto ad una situazione attuale, delle persone che ne manifestano la necessità. La mancanza di speranza è una condizione invece particolarmente dannosa poiché in questo stato si ci accontenta e si rimane sempre allo stesso modo, in un vortice cognitivo stabile, senza necessità di cambiamento. Un grande arcano dell’essere umano è essere in continua speranza, ogni giorno, anche con eventuali esiti negativi. La continua speranza verso nuovi orizzonti, sempre stimolanti e maggiori di intensità e complicazione, portano allo stato di coscienza alterato, rispetto alle consuete e usuali abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dalle coscienze integrate e sincrone di un luogo.
La quiete è in sua caratteristica principale una condizione di fermezza e benessere fisico, dovuto alla possibilità di raggiungere un equilibrio di uno rispetto agli altri e rispetto all’ambiente circostante. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare in continuazione una quiete della propria anima. Essere in quiete è fondamentale per affrontare ogni tipo di situazione rispetto alle complicanze causate dalle incertezze. La continua quiete, portano allo stato di coscienza alterato, rispetto alle consuete e usuali abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dall’ambiente circostante.
L’azione e il moto nell’universo è una caratteristica dovuta dalla possibilità di cambiare gli eventi di uno, di tanti o di tutti. Le azioni giuste e calibrate rispetto alle circostanze del luogo e delle persone portano alla creazione di bellezza rispetto al mondo. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare in continuazione le azioni giuste o corrette in modo da creare sempre nuova bellezza. Attuare l’azione nel ricercare sola la bellezza e l’armonia della creazione portano ad uno stato di coscienza alterato, rispetto alle consuete e usuali abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dalle molteplici e varie bruttezze create e originate per le diverse ragioni.
L’assoggettamento e la vulnerabilità è una tipologia di comportamento remissivo e passivo rispetto agli eventi. In tale stato ogni necessità di cambiamento è connessa con la volontà di altri di mutare. Un continuo assoggettamento incrementa le capacità di coloro che detengono il controllo. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare fonti di assoggettamento, al limite anche immaginarie o spirituali e non solamente fisiche. Una continua vulnerabilità e assoggettamento esterno portano ad una coscienza alterata, rispetto alle consuete e usuali abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dalla ragione dei più.
L’integerrimo è colui che non ha bisogno di altre spiegazioni rispetto alla sua ferrea morale, con una tipologia comportamentale statica e mai mutevole. Intestardirsi verso una sola direzione rispetto alla diversità della natura, consente un impiego considerevole di supponenza in grado anche di abbattere in alcuni casi il giusto caduto in inganno. Una continua propensione alla rettitudine e all’onesta porta ad uno stato di coscienza alterata, rispetto alle cose da scegliere come vere e quelle invece che non lo sono. Un distaccamento vero e proprio dalla verità di altri.
La supponenza e il desiderio di controllo sono tipici di un comportamento incline al dominio degli altri e al conservatorismo delle variabili rispetto al potere raggiunto. Essere supponenti abbinato al potere reale, consente di mutare gli eventi in chiave egoistica. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare la possibilità di poter raggiungere un livello di potere. Una continua applicazione del potere sugli altri porta ad uno stato di coscienza alterata, rispetto alle necessità di auto regolazione dei singoli e sull’ambiente. Un distaccamento vero e proprio dai bisogni di altri e dell’ambiente.
La distruzione e la freddezza d’azione è una caratteristica dovuta dalla possibilità di cambiare gli eventi di uno, di tanti o di tutti. Le azioni sbagliate rispetto alle circostanze del luogo e delle persone portano alla vera bruttezza e morte della natura. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare in continuazione le azioni sbagliate e ingiuste in modo da creare sempre più bruttezza e disperazione. Attuare l’azione nel ricercare solo la bruttezza e la distruzione della creazione portano ad uno stato di coscienza alterata, rispetto alle consuete abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dai normali andamenti naturali degli eventi.
L’uomo all’interno delle verità conosciute e considerate le sue capacità innate può variare e cambiare rispetto a variabili precise. Lo stato di coscienza alterato è una distorsione della normalità che può essere nel bene o nel male innovativo per la vita in natura e quindi nel mondo. La distorsione consente di attuare una serie di cambiamenti effettivi e duraturi nel tempo, che combinati con le caratteristiche innate delle persone consentono di avere un determinato stile di vita. Se si considerano le variabili date e quindi i diversi modi con la quale la coscienza può affrontare la realtà si presume l’esistenza di più mondi paralleli, tanti quanti sono i livelli di astrazione delle variabili. La coscienza dell’uomo sperimenta in un mondo (universo) solo un grado di astrazione, negli altri sperimenta un’altra tipologia di vissuto. Gli universi paralleli sono più di due e dipendono dalla quantità e qualità degli eventi fondamentali accaduti nella loro realtà. I collegamenti però sono in qualche modo alterati dall’entanglement individuali degli identici (uguali geneticamente) che vivono nei diversi mondi. L’entanglement non ha un funzionamento binario, ma è calibrato in base al grado di astrazione delle variabili significative, che potrebbero e sono sicuramente più di sette. Rispetto alle variabili l’uomo può cambiare in libertà il suo atteggiamento, causando inconsapevolmente anche dei mutamenti negli universi paralleli, che possono essere permanenti, temporanei, significativi o non significativi. Rispetto alla libertà, l’atteggiamento individuale è influenzato dalle circostanze e dall’ambiente esterno, che rispecchiano un imprescindibile andamento diverso e antitetico rispetto a quello presente negli altri mondi paralleli.
12/12/2020
La quiete è in sua caratteristica principale una condizione di fermezza e benessere fisico, dovuto alla possibilità di raggiungere un equilibrio di uno rispetto agli altri e rispetto all’ambiente circostante. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare in continuazione una quiete della propria anima. Essere in quiete è fondamentale per affrontare ogni tipo di situazione rispetto alle complicanze causate dalle incertezze. La continua quiete, portano allo stato di coscienza alterato, rispetto alle consuete e usuali abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dall’ambiente circostante.
L’azione e il moto nell’universo è una caratteristica dovuta dalla possibilità di cambiare gli eventi di uno, di tanti o di tutti. Le azioni giuste e calibrate rispetto alle circostanze del luogo e delle persone portano alla creazione di bellezza rispetto al mondo. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare in continuazione le azioni giuste o corrette in modo da creare sempre nuova bellezza. Attuare l’azione nel ricercare sola la bellezza e l’armonia della creazione portano ad uno stato di coscienza alterato, rispetto alle consuete e usuali abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dalle molteplici e varie bruttezze create e originate per le diverse ragioni.
L’assoggettamento e la vulnerabilità è una tipologia di comportamento remissivo e passivo rispetto agli eventi. In tale stato ogni necessità di cambiamento è connessa con la volontà di altri di mutare. Un continuo assoggettamento incrementa le capacità di coloro che detengono il controllo. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare fonti di assoggettamento, al limite anche immaginarie o spirituali e non solamente fisiche. Una continua vulnerabilità e assoggettamento esterno portano ad una coscienza alterata, rispetto alle consuete e usuali abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dalla ragione dei più.
L’integerrimo è colui che non ha bisogno di altre spiegazioni rispetto alla sua ferrea morale, con una tipologia comportamentale statica e mai mutevole. Intestardirsi verso una sola direzione rispetto alla diversità della natura, consente un impiego considerevole di supponenza in grado anche di abbattere in alcuni casi il giusto caduto in inganno. Una continua propensione alla rettitudine e all’onesta porta ad uno stato di coscienza alterata, rispetto alle cose da scegliere come vere e quelle invece che non lo sono. Un distaccamento vero e proprio dalla verità di altri.
La supponenza e il desiderio di controllo sono tipici di un comportamento incline al dominio degli altri e al conservatorismo delle variabili rispetto al potere raggiunto. Essere supponenti abbinato al potere reale, consente di mutare gli eventi in chiave egoistica. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare la possibilità di poter raggiungere un livello di potere. Una continua applicazione del potere sugli altri porta ad uno stato di coscienza alterata, rispetto alle necessità di auto regolazione dei singoli e sull’ambiente. Un distaccamento vero e proprio dai bisogni di altri e dell’ambiente.
La distruzione e la freddezza d’azione è una caratteristica dovuta dalla possibilità di cambiare gli eventi di uno, di tanti o di tutti. Le azioni sbagliate rispetto alle circostanze del luogo e delle persone portano alla vera bruttezza e morte della natura. Un grande arcano dell’essere umano è ricercare in continuazione le azioni sbagliate e ingiuste in modo da creare sempre più bruttezza e disperazione. Attuare l’azione nel ricercare solo la bruttezza e la distruzione della creazione portano ad uno stato di coscienza alterata, rispetto alle consuete abitudini di tutti. Un distaccamento vero e proprio dai normali andamenti naturali degli eventi.
L’uomo all’interno delle verità conosciute e considerate le sue capacità innate può variare e cambiare rispetto a variabili precise. Lo stato di coscienza alterato è una distorsione della normalità che può essere nel bene o nel male innovativo per la vita in natura e quindi nel mondo. La distorsione consente di attuare una serie di cambiamenti effettivi e duraturi nel tempo, che combinati con le caratteristiche innate delle persone consentono di avere un determinato stile di vita. Se si considerano le variabili date e quindi i diversi modi con la quale la coscienza può affrontare la realtà si presume l’esistenza di più mondi paralleli, tanti quanti sono i livelli di astrazione delle variabili. La coscienza dell’uomo sperimenta in un mondo (universo) solo un grado di astrazione, negli altri sperimenta un’altra tipologia di vissuto. Gli universi paralleli sono più di due e dipendono dalla quantità e qualità degli eventi fondamentali accaduti nella loro realtà. I collegamenti però sono in qualche modo alterati dall’entanglement individuali degli identici (uguali geneticamente) che vivono nei diversi mondi. L’entanglement non ha un funzionamento binario, ma è calibrato in base al grado di astrazione delle variabili significative, che potrebbero e sono sicuramente più di sette. Rispetto alle variabili l’uomo può cambiare in libertà il suo atteggiamento, causando inconsapevolmente anche dei mutamenti negli universi paralleli, che possono essere permanenti, temporanei, significativi o non significativi. Rispetto alla libertà, l’atteggiamento individuale è influenzato dalle circostanze e dall’ambiente esterno, che rispecchiano un imprescindibile andamento diverso e antitetico rispetto a quello presente negli altri mondi paralleli.
12/12/2020
LE MENTI ILLUMINATE
Vivere la vita è consuetudine. Una conformità d’intenti collettiva che ricalca sempre le stesse prerogative comuni a tutte le genti. Le varianti ruotano secondo modelli stabiliti e culturali emergenti ed emersi durante la storia vissuta. I fatti poi che interessano le vicende mondane sono costantemente in costruzione in ordine casuale e non prevedibile con certezza. Ognuno è in sua memoria un portatore del compimento delle prerogative, delle sue caratteristiche peculiari, dello sviluppo appieno della sua natura. La natura dell’essere umano e il suo sviluppo vitale non hanno molti segreti da rilevare se non quelli relativi alle sue capacità mentali inespresse. Tra le prerogative non conosciute dai più, riveste un ruolo preminente la nascita in tutti i territori in ordine casuale di almeno una mente superiore o illuminata. Tra questi poi è importante fare riferimento alle generazioni, di cui ognuna ne farebbe conoscenza di almeno una dozzina. La mente illuminata alla sua nascita è come un fiore non sbocciato, per cui tra di essi soltanto alcuni riescono ad esprimersi ed avere uno sviluppo soddisfacente. In considerazione delle sue peculiarità le menti illuminate sono naturalmente ripudiate dalle menti basse e per tale ragione soggette dallo “spirito errante” già fin da giovani. Le avversità e di conseguenza la loro probabilità di sbocciare è limitata fin dall’inizio. Se nelle circostanze favorevoli al proprio sviluppo si riesce alla naturale propensione di raggiungere uno stato di consapevolezza tale da poter essere congruo a superare i limiti imposti, la mente illuminata può svilupparsi in vita secondo modalità che ricadono nella dualità universale. Soltanto tra le menti superiori è possibile il travisamento in spirito delle diverse volontà contrastanti. In poche parole soltanto con le menti superiori è possibile che si concretizzi veramente la volontà dello spirito errante e quella dello spirito viaggiante. Per tale ragione le menti superiori sono già fin da piccoli soggetti a tali forze che nel suo manifestarsi possono essere anche devastanti. In seguito poi al superamento di questo scoglio, la mente di suo potrà essere illuminata o dallo spirito errante oppure dallo spirito viaggiante in base al modo con la quale e le modalità di superamento della prima fase. Le religioni, specie quelle monoteistiche e in particolare l’ebraismo credono che di tali mentalità illuminate soltanto una sola in un periodo storico diventerà il Messia, il liberatore. Per il cristianesimo le cose sono quasi identiche con la sola differenza che Gesù è diventato carne essendo però lui il Messia universale, colui che ha incarnato la volontà del Dio universale. Uscendo da una prospettiva religiosa tutti gli altri sono e quindi la maggior parte di loro sono soggetti allo spirito errante fin da subito, o meglio sono nella maggior parte dei casi piegati dallo spirito errante. Superata la prima fase costoro poi si assoggetterebbero di sua volontà al male, in grado di permettergli una vita sicuramente più agiata ma anche più facile. Essendo la componente sacrificale essenziale e la diversa prospettiva di considerazione del sacrificio un elemento basilare per il corretto schieramento. Non esiste soltanto una mente illuminata orientata al bene, ma complessivamente saranno molto meno. Le menti illuminate a prescindere dall’orientamento intrapreso e quindi dalla loro funzione, possono in determinate circostanze coincidere con lo spirito stesso, quindi diventare volontà superiore. Di solito i fruitori della volontà superiore diventata espressione d’azione e di pensiero espresso dimostrano segni emozionali e di sudditanza psicologica considerevole. Ma un ulteriore scoglio considerevole che le menti illuminate devono superare è quello di divulgazione della volontà spirituale. La continua battaglia tra le forze contrastanti, in direzione opposte porta al riassorbimento e occultamento di verità evidenti, alla nascita di segreti e pratiche rituali in grado di dare riferimento a comportamenti condivisi e ideologicamente elitari. Per tale ragione le volontà superiori si possono cogliere anche dall’eredità lasciata dagli scritti o dalle opere fisiche, che nelle loro manifestazioni sono un punto fermo di una data volontà maligna e ingannatrice o benevola e veritiera. Se gli spiriti sia errante che viaggiante modificano in loro funzione tutte le creature, in primis gli esseri umani, soltanto con gli esseri con mente superiore assolvono pienamente alla loro funzione piena. C’è da aggiungere che non tutte le menti illuminate assolvono alla funzione suddetta ma solo una minima parte di loro nella storia, infatti molti di loro saranno come tutti gli altri trascinati nei vortici e influenzati dal più o dal meno che le circostanze avranno decretato nei fatti storici che si susseguono. L’azione degli spiriti errante e viaggiante è continua e inestinguibile, non può essere mai fermata, può succedere in via teorica che l’azione di influenza dell’uno può essere repressa nel senso di non farla emergere con azioni e una continua dedizione, dell’altra al contrario lasciarsi andare nel vortice e attuarsi affinché accadano soltanto le istanze desiderate. In tali contesti estremi si presume la possibilità effettiva della cosiddetta apparizione o incarnazione dello spirito in considerazione. Le menti illuminate sono forme mentis di cui ci dovrebbe essere una giusta accondiscendenza sia cognitiva che della coscienza in senso più ampio, specie in rapporto alla possibilità che soltanto dalle loro menti possono avvenire i cambiamenti significativi. Le menti illuminate non bisogna confonderle con la mera intelligenza, ma come una predisposizione sia emotiva che intellettuale verso una apertura in direzione di accrescimento delle possibilità di tutti. Nello specifico, le menti illuminate nelle loro funzione universale, saranno come dei rilasciatori di energia, nel senso che gli altri potranno sfruttare le loro capacità innate per diventare uguali e simili a loro. Questo meccanismo naturale, che può essere facilmente replicabile nei modi e nelle modalità più disparate, consente quindi un innalzamento repentino delle facoltà. Come un albero basso in mezzo ad altri alberi che accresce la propria fronda anche più alta degli altri alberi, le menti illuminate svolgono anche questo tipo di funzione se adeguatamente accolti e ascoltati nei loro intenti rivoluzionari ed evolutivi. Da questi meccanismi non bisogna fare confusione con la loro possibilità di abbracciare una data dualità universale, poiché questa funzione potrebbe accadere o non accadere.
21/12/2020
21/12/2020
LA VERA RELIGIONE CONTEMPORANEA, LA SPIRITUALITA' DI OGGI
Tra le varie prove o esperimenti che in un modo o l’altro consentono di ottenere un risultato piuttosto che un altro, sicuramente quello più indicato è dato da una sorta di lasciarsi convogliare e permeare in modo totalmente passivo alle interferenze esterne, di altre persone principalmente, ma anche dal contesto o dalle circostanze. Un modo di atteggiarsi siffatto permette di comprendere appieno le verità, tutti i tranelli dietro le verità, le falsità, tutti i segreti davanti alle falsità. Un comportamento tale però può avere delle conseguenze nefaste, se non addirittura controproducenti, in quanto il lasciarsi trasportare in un andirivieni dalle onde del mare può condurre verso sentieri ignoti e molto pericolosi. Stare a galla significa che non si è né nel giusto, né nello sbagliato, si cammina al di là del bene e del male. L’ambiente si confà in una normalità sfuggente, silenziosa nei momenti più bui, caotica e movimentata nei momenti più luminosi, l’azione è dettata dalle circostanze, dai ritmi dettati, dalle volontà altrui, dalle interferenze ostili, dalle avversità, dalla grazia umanitaria, dal buonismo opportunista, dai modi di fare, dalla cultura, dalla ignoranza, da tutto il mondo circostante. Le parole devono essere abolite, non proferite, non essere d’interferenza, non offensive, non confortevoli, dette per forza maggiore, per gli stimoli vitali, mai per ribellarsi, mai per imporre. Questa modalità di prova o esperimento può condurre alla parziale risoluzione di quesiti esistenziali, metafisici e universali. Può condurre però anche al convincimento che una modalità d’azione cosiffatta sia percepita come pericolosa per tutti gli altri, entrando in un vortice devastante e fatale. Per alcuni le dinamiche avverse sottostanti all’esperimento, poiché facenti parte della natura spirituale e non spirituale che sia, trovano attenuazione nelle religioni tradizionali. Le religioni fungono da riparo in modo inconsapevole assolvendo ad una funzione di visione prospettica e talvolta di una speranza più confortevole, rispetto alla possibilità che si possano scatenare le avversità irreparabili. I meccanismi che ruotano intorno al processo incessante, sono duraturi e sempre presenti, in ogni momento. Molte delle religioni, li hanno sempre in un modo o in un altro categorizzati in figure metafisiche, spesse volte con intenti malvagi e volontà abiette. In passato al di là delle diversità religiose presenti, si era soliti convogliare le forze di molti fedeli, in un personaggio vivente o più personaggi, facenti parte di un tramite tra gli aspetti mondani e quelli spirituali. Tali personalità in questo modo canalizzavano su di se le dinamiche dirompenti del bene e del male, in modo da essere da modello di resistenza da una parte e un esempio di virtù dall’altra. Le verità poi tra le diverse religioni spesso si contrapponevano l’una con l’altra, causando conflitti, cosi facendo entrare in seno alle loro congreghe volontà fatali per gli altri in un vortice di paure e superstizioni. Quindi le religioni non sono sempre state dei rifugi e per certi aspetti non lo sono tuttora, anche se rimangono una modalità per sfuggire, alcune volte all’incertezza. Altro esperimento o prova è quella riferibile alle capacità individuali di farsi penetrare e quindi “impossessare” in mente e spirito dalle polarità opposte universali, dell’una o dell’altra, pur sempre con l’intenzione di abbandonarsi a ciò in maniera consapevole e con certezza, cercando nell’uno o nell’altro flusso una ragione esistenziale. In tali esperimenti, camuffati spesso in sequenze rituali e magie di ogni sorta, la propria mente atemporale viaggia lontano dal proprio corpo, lasciando spazio alle menti atemporali di altri individui, esseri e chissà cosa, trovando però nelle asserzioni, verità mancate e azioni da intraprendere. Le religioni anche in questo caso, specie in passato sono state una forma di riparo da tutto ciò, anche se in molte si sono sviluppati modi e modalità affini alla manipolazione sia mentale che fisica, in maniera anche concreta e per nulla subliminale. Oggi la maggior parte delle religioni hanno perso completamente le loro funzioni, specie quella riferibile al mondo occidentale, caratterizzata dai vari monoteismi, consentendo a diverse elitè di potere, di poter spostare il focus, non più verso un apice ritenuto almeno spiritualmente superiore e riconoscibile come tale dagli altri fedeli, ma in basso, direttamente sui fedeli, o meglio verso uno o pochi fedeli ignari di ciò. Non soltanto fedeli verso una religione, ma anche atei o meglio personaggi laici di fatto, in cui all’oscuro del malcapitato, si introiettano occasioni di flussi avversi. Le ragioni di fondo non sono solo spirituali, ma anche legate all’accumulo di moneta o valore economico delle proprietà. L’abbassamento verso il basso, il capro espiatorio, la vittima sacrificale, si sono moltiplicati, i limiti della decenza umana di volta in volta superati, indifferenti alle sofferenze altrui e alla dignità personale. Tutto questo emerge dirompente nella società contemporanea di oggi, in cui ogni sorta di attività umana è legata alla sofferenza, quindi al sacrificio degli altri, che divenendo consapevoli delle avversità si introiettano in una spirale cognitiva, di cui loro stessi si elevano al più alto grado di personaggio spiritualmente superiore. Tutto diventa congeniale allo scopo, l’indifferenza generale si aggiunge di contorno alla possibilità di fuoriuscire dall’incantesimo di non capire le malvagità altrui. L’unica religione oggi per lo più praticata consiste proprio in queste forme apatiche di meccanismi sociali perversi, dove la moralità ritrova la sua giustificazione in forme di possesso o proprietà materiale delle cose ottenute. Le religioni orientali con il suo aspetto di isolamento, oggi potrebbero in qualche modo essere considerate come più utili all’emergere della nuova religione imperante. Anche nei contesti più degradati sia da un punto di vista economico che sociale, la nuova religione dimostra tutti i suoi effetti, tutta la sua velleità di diventare unica religione comprensibile e facile da praticare. La sofferenza, ma ancora meglio l’umiliazione pubblica, la perdita di dignità, l’indifferenza costante, le malvagità imposte, il menefreghismo e l’avversione al giusto, imperniano e si sono impossessati delle menti umani, che oramai ragionano in maniera antitetica alla qualità di saper vivere in armonia. L’oggetto dell’informazione che trapela in maniera pubblica si rifà alla capacità di comprendere e accettare l’amoralità come unica modalità permessa. Le vittime dal canto suo saranno possedute da una sorta di vendetta deleteria e distruttiva, consentendo in questo modo di chiudere il cerchio al vortice maligno, oppure saranno possedute da una sorte di comprensione e accettazione della situazione, che li porta in una sofferenza sopita e mai trapelata, un isolamento cosmico in grado di temprarli interiormente nelle loro fattezze. Le società di oggi sono costellate di vittime sacrificali, gettate li in mezzo, funzionali alla nuova religione di poter andare avanti, importanti per poter essere da ispirazione delle canzoni che tutti ascolteranno, delle storie che si raccontano, di sentirsi più importanti e sicuri in sé, guardando con disprezzo il mondo circostante. La nuova religione è al di là del bene e non prevede una modalità diversa di attuarsi. Le religioni tradizionali non reggono il confronto, anzì sono entrate anche loro nell’unica religione praticabile oggi. Altro esperimento o prova fattibile consiste nell’interiorizzare in sé gli aspetti più meschini dell’umana comprensione e praticarli in maniera costante, in ogni occasione utile, gettarsi nell’opportunismo più bieco e sfrezzante. Essere meschini quando lo richiede l’occasione, essere comprensivi quando lo richiede l’occasione, essere indifferenti in altre occasioni. Tale esperimento o prova consente di comprendere appieno la “propria” realtà, il “proprio” essere, poiché si cavalca l’onda in pieno e si decide in parte anche la direzione da intraprendere. La convinzione di ciò che si attua, permette tra le altre cose di trovarsi sempre nelle condizioni di poter decidere del proprio destino, incalzando di fatto le negazioni possibili. Più si pratica questa prova o esperimento, più ci saranno persone in bilanciamento a ciò che ne risentiranno negativamente, nel lungo andare anche fatalmente. Di contro però chi pratica questa prova è sempre in balia della distruzione, anche se difficilemente fatale. Gli assiomi di una religione sono diversi da gli assiomi di un’altra religione, i dogmi variano da un territorio ad un altro e con loro anche le verità che si ritengono tali. Ognuno potrebbe ipotizzare delle verità, fare proprie conclusioni, immaginare la realtà.
12/02/2021
12/02/2021