Nella formula consueta del stare al mondo, ci accorgiamo che molte delle nostre speranze sono proiettate in progetti prestabiliti e in parte pianificati. Il modo con cui varie occasioni d’intervenire e fare delle scelte in questo “piano” hanno una complessità più o meno maggiore delle circostanze che poi effettivamente vengono generate nella realtà, tutto questo porta ad essere solamente in balia dell’ambiente. Si conoscono in maniera quasi univoca le necessità vitali e le virtù presenti in un dato periodo storico, controbilanciate dai vizi e dalle pretese che si protendono in quell’insieme di scelte atte a prevaricare in un modello di vita egoistico. Questi modi d’intravedere il mondo circostante, in maniera passiva ma con riflessi sparsi di interventi individualisti pronti a correggere un andamento statico, di una società già prestabilita e scritta nelle norme che la regolano, porta alla dissoluzione della possibilità che possa esserci un modo diverso di intervenire nell’insieme delle cose. Molto spesso siamo portati a pensare che la verità sia in qualche modo custodita solo da poche persone a capo di una organizzazione o semplicemente per come queste si comportano (la religione, il partito politico, il guru, il filosofo, gli ideali, i leader, i conoscitori, l’esperienza). Se si tralascia questo modo di pensare e si cerca d’intervenire invece nel concreto in quelle che sono i nostri modi di fare ogni giorno e le nostre maniere di replicare sia la conoscenza che gli sbagli che ci sono dentro allora si arriverebbe al cosiddetto “salto quantico”. Un modo per farlo è quello di non ripetere sempre gli stessi “errori” e per errori non si intende solo una cosa di sbagliato ma anche un comportamento giusto con finalità deleterie sia sotto il profilo della ragione che nei confronti degli altri. Un modo di vedere non più in se stessi la ragione che ci mette al centro di tutti i ragionamenti filosofici e non, religiosi e non, politici e non, normativi e non, ma un modo di traslare una parte della nostra ragione su gli altri in modo però che anche gli altri siano i destinatari e capaci di raccogliere il trasferimento. Per capire come nella nostra società ognuno oggi e introiettato dentro una mentalità egoistica, (la simbologia dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci è l’emblema di questa mentalità) piena di rancori e pronta anche a distruggere chi ferma il nostro “piano”, bisogna partire con il dire che non tutte le persone la pensano allo stesso modo. Ci sono per esempio persone che sono proiettate all’altruismo che male si adducono quindi al ragionamento fin qui fatto. La verità è una realtà acclarata dove ogni essere umano può e deve essere in grado di gestirla e capirla. Quando questa è invece celata, nascosta dietro ad ogni altra necessità o bisogno umano, significa che è proprio quella conoscenza che serve per accrescere il nostro livello quantico. Quindi non è solo nell’altruismo che si può arrivare ad essere in armonia con l’universo ma anche cercando di proiettare il nostro corpo verso una conoscenza maggiore e quindi con una coscienza più elevata. Che cosa conoscere allora per innalzarci dai consueti binari della nostra esistenza? Molti guru orientali per esempio diranno che bisogna conoscere se stessi e con questo racchiudono tutta una serie di dottrine assimilabili con la forza interiore. Altri invece, come le religioni monoteistiche insisteranno sulla capacità di essere ragionevoli e giusti con coloro che hanno sbagliato, oppure sono in difficoltà. Non bisogna conoscere se stessi nelle dottrine cristiane per esempio ma cercare di interpretare il disegno divino, che ci viene dato ogni giorno nella grande creazione secondo le scritture. Altre ideologie si collocano in questi estremi di interiorità (dentro di noi) ed esteriorità (fuori di noi), ma hanno tutte in comune una contraddizione che si genera ogni qualvolta bisogna fare delle persone soltanto delle pedine in un ordine più grande di noi e capace di non ascoltare ogni singola esigenza, ogni egoismo, ogni pretesa, poiché è solo il più furbo, il più adatto e quello che meglio ha interpretato i dettami delle religioni o dell’ideologia riuscirà a portare a termine e senza errori il “piano” secondo il loro modo di vedere le cose. Nell’interpretazione quantistica non bisogna considerare noi e tutti gli altri come delle persone singole, delle pedine in grado di leggere quelle verità e soltanto quelle, delle coscienze capaci di altruismo nell’essere un portatore di una nuova coscienza e allo stesso tempo persone egoiste del proprio modo di essere perfetto dinnanzi alle necessità della vita. Ci sono dei comportamenti che se reiterati escono dal solito tram tram quotidiano di essere giusto con gli altri e perfetto con me stesso, oppure indifferente con gli altri e superficiale con me stesso. Le persone si muovono di continuo nel difendere le proprie posizioni e i propri ruoli in una società ormai spersonalizzata dove il deficit è visto come incapacità e la voglia di fare solo un mezzo per accumulare ancora di più un qualcosa che si ha già in abbondanza. Muoversi in questo terreno fatto di ogni cosa utile a essere più egoisti, dove alcuni riescono anche ad essere altruisti contrasta con il salto quantico e con l’evoluzione personale. Quindi il primo passo è un cambio di mentalità, cioè un pensiero diverso di vedere le cose e soprattutto le cose circostanti, incominciando dapprima dagli altri essere viventi. In questo le persone acquistano un significato centrale di esseri in grado di modificare le nostre prospettive e quindi il nostro nuovo “piano”. Poiché se si cambiano i modi di vedere e i paradigmi che stanno dietro al ripetersi dello stesso disegno immutato di portarsi il fardello di essere omologato agli altri, allora cercare in se stessi la verità o trovarla al di fuori, rimane l’unico modo per adeguarsi alla nuova società. Se invece si riesce a percorrere un sentiero nuovo fatto di prospettive nuove sia nei confronti di se stessi che anche degli altri allora in questo caso viene fatto un piccolo passo verso il salto quantico. Concretamente parlando, ognuno per esempio conosce la regola del karma, ad “ogni azione corrisponde una reazione”, dietro ad ognuno di noi ci sono in primo piano anche le nostre azioni. Ma quale sono le azioni che ci permettono di fare un di più rispetto alla quotidianità che come ho cercato di spiegare e mossa soltanto e principalmente dall’egoismo? Le azioni non sono legate soltanto con il nostro essere e non dipendono esclusivamente dall’esterno. Quindi bisogna cercare di collocarsi al centro di questo sistema introiettato di bisogni e necessità, vizi e pretese affinché si esca fuori da questa logica. Quindi la regola del Karma è incompleta come unica finalità per arrivare al salto quantico poiché rientra anche in quella metodologia di risoluzione delle pretese che si assumono per riequilibrare l’universo ma non fa alcuna distinzione tra comportamenti consapevoli e inconsapevoli. Anche se non completamente sbagliata la legge del karma è nata anch’essa per rimanere all’interno di un livello quantistico statico poiché anche se si considerano tutte le azioni che ognuno potrebbe intraprendere, c’è ne sarà sempre qualcuna non necessaria, ingiusta o fatta in maniera tale da generare una disarmonia. Allo stesso modo ci sono le critiche rispetto ad un approccio di andamento “provvidenziale” nel senso di accadimento voluto dalla divina provvidenza. Lasciarsi andare totalmente in balia delle logiche sacre o profane che sono alla base per essere soltanto persone influenzabili e dipendenti della logiche sottostanti che si prendono come parametro ci porta ad essere immobili e statici. Il livello quantistico risiede nella metà, da una parte c’è chi pensa in se stesso e con la propria mente cerca di trovare delle soluzioni che possono sembrare le migliori in assoluto, dall’altra non si pensa in se ma si subisce un volere più grande di noi e perfetto nelle sue esternazioni. Pertanto ad esempio il livello quantico potrebbe aumentare in una persona che non ha mai praticato sport in vita sua e iniziasse a praticarlo con continuità durante la settimana. Oppure una persona che non ama leggere e per tale motivo non legge quasi mai, iniziasse a leggere con continuità durante la settimana. Questi esempi semplici ci dimostrano come ogni persona non è uguale e non esiste un unico modo per arrivare in maniera univoca al salto quantico. Ognuno possiede una propria individualità e questa si deve armonizzare con gli altri e con il tutto. Se ad esempio una persona compie una azione diretta verso un’altra che non genera un cambiamento in quell’altra persona, sicuramente non si può parlare di evoluzione quantica ma soltanto di semplice vissuto. E bene specificare che non soltanto chi possiede il potere può generare un percorso verso il salto quantico, anzi nella maggior parte di coloro che detengono il potere, c’è molto egoismo percui ogni azione che compiono è solo una vicenda di un vissuto sul nostro pianeta e niente di più. L’esempio del leggere non deve essere inteso come una semplice lettura, ma come il saper leggere le cose che più di tutte ci sono scomode o che sono vere con il nostro passato e vissuto. Vere nel senso attinenti, risolutive di una situazione, migliorative dal punto di vista della coscienza. Come comportarsi con gli altri? Non esiste un modo migliore di comportarsi con gli altri, ma un modo di recepire tutti gli impulsi esterni e cercare di correggere gli “errori quantici”. Cosa sono gli errori quantici? Sono tutte quelle distorsioni spazio-temporali che si possono ripresentare e che hanno bisogno di essere modificate con un intervento fisico o anche mentale. Sono tutte quelle situazioni in grado di provocare un accadimento imprevedibile e anche distruttivo nei confronti di altri esseri umani o della natura in genere. Ogni persona ha un suo modo e un suo modo di raggiungere un determinato livello quantico. In base al livello quantico posseduto allora c’è l’interpretazione della realtà e in essa degli errori quantici. Gli errori quantici devono essere risolti sia con la forza fisica, per esempio spostando degli oggetti sia con la forza mentale, per esempio pronunciando delle determinate parole oppure non pronunciando determinate parole. Un modo di comportarsi in questa maniera porta al salto quantico senza aspettare un determinato risultato, oppure leggendo un libro, ma soltanto vivendo in base al nostro interiore e gestendo il mondo circostante. Non tutte le azioni di un singolo sono sufficienti a risolvere un errore quantico che si ripresenta ma più persone con lo stesso livello quantico possono unirsi “inconsapevolmente” per risolverlo e eliminare l’errore quantico. Inconsapevolmente è tra le virgolette non a caso, perché il processo quantico non prevede delle leggi o prevede un programma, niente di tutto ciò. Il salto quantico avviene spontaneamente in base alla coscienza di ognuno, coscienza che deve essere però innalzata in tutti i modi possibili anche contro voglia. Il processo quantico è formato da:
- innalzamento della coscienza.
- individuazione degli errori quantici.
- risoluzione degli errori quantici.
- salto quantico.
- innalzamento della coscienza.
- individuazione degli errori quantici (sono diversi rispetto a prima e molto più complessi)
- risoluzione degli errori quantici.
- salto quantico.
- e cosi via, …
Non esiste un modo migliore per innalzare la coscienza tale da essere categorizzata in un comportamento per tutti. Ognuno deve cercare la sua strada. C’è da dire che con il “sacrificio” (duro lavoro) per esempio si accelera il processo, non a caso le scuole shaolin portano ad un livello di sopportazione al limite le loro azioni fisiche per esempio. Il parametro per capire è quello, più c’è un impegno, sia fisico che mentale, più c’è un innalzamento della coscienza. Per quanto riguarda la mente, gli argomenti possono essere i più disparati, ma sempre legati in una maniera e nell’altra alla “verità” che ci circonda. È importate da sottolineare che lo sviluppo della coscienza presuppone il bilanciamento sia fisico che mentale. Questo è importante per il salto quantico poiché chi svilupperebbe una troppa “mentalità” e poco fisico avrebbe delle ripercussioni quantici nei modi di vedere degli altri. Al contrario chi svilupperebbe troppo il “fisico” ne avrebbe altre ripercussioni, però sempre legate al modo che gli altri vedono in noi. Un equilibrio è essenziale ma dovrebbe essere commisurato dalle proprie propensioni e dal sesso di chi vuole innalzare la coscienza, per una donna gli esercizi fisici dovrebbero essere differenti da quelli praticati dagli uomini per esempio.
Gli errori quantici dipendo dalla coscienza e sono individuabili solo in base a questa. Più si va avanti, più la nostra coscienza si slega dal nostro io e comincia ad essere integrata con il mondo circostante. All’interno del mondo circostante le basse coscienze, legate alle loro pretese fanno in modo che si generano degli errori quantici. Questi errori se entrano in contatto con la nostra coscienza devono essere in qualche modo risolti. Non soltanto gli errori si verificano dagli altri, ma anche il mondo circostante può presentare un errore quantico che dovrà essere in questo caso letto e interpretato. Per esempio un uragano che si dirige verso un dato luogo e sintomo che in quel luogo o si cerca riparo oppure ci si sposta da un’altra parte. L’uragano non rappresenta un errore quantico in se, ma la nostra scelta di essere incauti, oppure il vedere altre persone che sono non curanti di quel probabile avvenimento senza intervenire si, pertanto bisogna comportasi di conseguenza. L’esempio è banale, poiché più la coscienza è accresciuta più si riescono a vedere e interpretare errori quantici che altri non riescono né a vedere né a percepire. Con questo non voglio semplificare la forza quantica in un modo ragionevole di trovare le soluzioni in cose evidenti, ma solo spiegare come funziona il meccanismo che sta dietro al salto quantico. Gli errori quantici possono riguardare non soltanto un avvenimento fisico, ma anche relazioni e interpretazioni di messaggi che provengono al di fuori della coscienza e dalla forza della natura. Se usassimo una terminologia religiosa li chiameremmo messaggi spirituali. Sono delle interazioni del sistema che avvengono in un determinato momento a colui che ha intrapreso un innalzamento di coscienza e avverte delle sensazioni, segnali in chiave prospettica di un errore quantico più grande. Non bisogna cadere nell’errore di essere dei “superman”, per esempio pronti ad evitare le sofferenze degli altri in qualunque modo ci si presentano, ma essere consapevoli del fatto di agire sempre e soltanto sapendo che nulla ci è permesso in assoluto e nulla che non vogliamo fare deve essere preteso. L’errore quantico non deve risolversi alla sola mera risoluzione delle sofferenze degli altri, ma questo può essere liberamente interpretato come un errore quantico e per questo motivo le azioni possono essere rivolte verso questa problematica, ma non è un obbligo o un errore quantico in se. Potrebbe esserlo ma non è in assoluto, solo se la nostra coscienza ci dice e interpreta quello come un errore che noi siamo in grado di risolvere, se no altrimenti non è nulla.
Procedendo in questo modo si arriva al salto quantico, che si auto-alimenta in continuazione. Infine c’è da dire che l’esercizio fisico e mentale che stanno dietro all’innalzamento di coscienza devono essere commisurati anche all’età e che per esercizio mentale non bisogna solo considerare la lettura di un determinato libro per esempio ma anche altre attività, legate per esempio con la nostra esperienza personale e di vita o l’utilizzo di altri strumenti multimediali. Nel meccanismo del salto quantico devono essere in ogni modo attenuate o meglio eliminate ogni forma di emozione che vanno dal puro amore al cieco odio poiché influenzerebbero in modo da generare errori quantici per gli altri. Il processo quantico deve essere slegato dalla vita di tutti i giorni, ma anche farne parte senza però interferire mai.
22/04/2019
- innalzamento della coscienza.
- individuazione degli errori quantici.
- risoluzione degli errori quantici.
- salto quantico.
- innalzamento della coscienza.
- individuazione degli errori quantici (sono diversi rispetto a prima e molto più complessi)
- risoluzione degli errori quantici.
- salto quantico.
- e cosi via, …
Non esiste un modo migliore per innalzare la coscienza tale da essere categorizzata in un comportamento per tutti. Ognuno deve cercare la sua strada. C’è da dire che con il “sacrificio” (duro lavoro) per esempio si accelera il processo, non a caso le scuole shaolin portano ad un livello di sopportazione al limite le loro azioni fisiche per esempio. Il parametro per capire è quello, più c’è un impegno, sia fisico che mentale, più c’è un innalzamento della coscienza. Per quanto riguarda la mente, gli argomenti possono essere i più disparati, ma sempre legati in una maniera e nell’altra alla “verità” che ci circonda. È importate da sottolineare che lo sviluppo della coscienza presuppone il bilanciamento sia fisico che mentale. Questo è importante per il salto quantico poiché chi svilupperebbe una troppa “mentalità” e poco fisico avrebbe delle ripercussioni quantici nei modi di vedere degli altri. Al contrario chi svilupperebbe troppo il “fisico” ne avrebbe altre ripercussioni, però sempre legate al modo che gli altri vedono in noi. Un equilibrio è essenziale ma dovrebbe essere commisurato dalle proprie propensioni e dal sesso di chi vuole innalzare la coscienza, per una donna gli esercizi fisici dovrebbero essere differenti da quelli praticati dagli uomini per esempio.
Gli errori quantici dipendo dalla coscienza e sono individuabili solo in base a questa. Più si va avanti, più la nostra coscienza si slega dal nostro io e comincia ad essere integrata con il mondo circostante. All’interno del mondo circostante le basse coscienze, legate alle loro pretese fanno in modo che si generano degli errori quantici. Questi errori se entrano in contatto con la nostra coscienza devono essere in qualche modo risolti. Non soltanto gli errori si verificano dagli altri, ma anche il mondo circostante può presentare un errore quantico che dovrà essere in questo caso letto e interpretato. Per esempio un uragano che si dirige verso un dato luogo e sintomo che in quel luogo o si cerca riparo oppure ci si sposta da un’altra parte. L’uragano non rappresenta un errore quantico in se, ma la nostra scelta di essere incauti, oppure il vedere altre persone che sono non curanti di quel probabile avvenimento senza intervenire si, pertanto bisogna comportasi di conseguenza. L’esempio è banale, poiché più la coscienza è accresciuta più si riescono a vedere e interpretare errori quantici che altri non riescono né a vedere né a percepire. Con questo non voglio semplificare la forza quantica in un modo ragionevole di trovare le soluzioni in cose evidenti, ma solo spiegare come funziona il meccanismo che sta dietro al salto quantico. Gli errori quantici possono riguardare non soltanto un avvenimento fisico, ma anche relazioni e interpretazioni di messaggi che provengono al di fuori della coscienza e dalla forza della natura. Se usassimo una terminologia religiosa li chiameremmo messaggi spirituali. Sono delle interazioni del sistema che avvengono in un determinato momento a colui che ha intrapreso un innalzamento di coscienza e avverte delle sensazioni, segnali in chiave prospettica di un errore quantico più grande. Non bisogna cadere nell’errore di essere dei “superman”, per esempio pronti ad evitare le sofferenze degli altri in qualunque modo ci si presentano, ma essere consapevoli del fatto di agire sempre e soltanto sapendo che nulla ci è permesso in assoluto e nulla che non vogliamo fare deve essere preteso. L’errore quantico non deve risolversi alla sola mera risoluzione delle sofferenze degli altri, ma questo può essere liberamente interpretato come un errore quantico e per questo motivo le azioni possono essere rivolte verso questa problematica, ma non è un obbligo o un errore quantico in se. Potrebbe esserlo ma non è in assoluto, solo se la nostra coscienza ci dice e interpreta quello come un errore che noi siamo in grado di risolvere, se no altrimenti non è nulla.
Procedendo in questo modo si arriva al salto quantico, che si auto-alimenta in continuazione. Infine c’è da dire che l’esercizio fisico e mentale che stanno dietro all’innalzamento di coscienza devono essere commisurati anche all’età e che per esercizio mentale non bisogna solo considerare la lettura di un determinato libro per esempio ma anche altre attività, legate per esempio con la nostra esperienza personale e di vita o l’utilizzo di altri strumenti multimediali. Nel meccanismo del salto quantico devono essere in ogni modo attenuate o meglio eliminate ogni forma di emozione che vanno dal puro amore al cieco odio poiché influenzerebbero in modo da generare errori quantici per gli altri. Il processo quantico deve essere slegato dalla vita di tutti i giorni, ma anche farne parte senza però interferire mai.
22/04/2019
COMPRENDERE IL MONDO QUANTICO
Un modo per poter mettere in pratica un salto quantico di sicura riuscita è quello derivante dalla possibilità di attuare un determinato comportamento, nel momento in cui nell’ambiente circostante, succedono e si ripresentano alcuni atteggiamenti peculiari. In realtà nel salto quantico e nella quantistica sociale non esistono prescrizioni in merito alle cose che uno dovrebbe e deve fare. Nessuna imposizione è talmente calibrata da diventare un comportamento accettato, spesso un comando o un obbligo sono fatti contro voglia e difficilmente coincidono con una voglia di fare. Nel mondo quantistico non esiste l’imposizione, l’obbligo o il comando, nessuna cosa del genere, ma può essere utile almeno in via teorica capire un funzionamento del sistema interconnesso della realtà in cui uno vive. Se si parte dalla concezione di un’ideologia, il mondo quantistico è legato sulle relazioni esistenti nel momento in cui avvengono e queste non possono essere predeterminate. Non è un mondo ideale ma un modo di inserirsi nella struttura più grande nella quale vige una trasmissione d’empatia livellata in una gamma in grado di trasformare la realtà e il mondo circostante. Nella legge del Karma, quella che più di tutte si avvicina al concetto di salto quantico, le relazioni sono in qualche modo predefinite in rapporti tra i soggetti che hanno avuto un contatto. La legge del Karma è legata alla constatazione che i processi messi in atto sono collegabili o al mondo astratto oppure ai legami che instaurano più persone tramite la comunicazione e il contatto fisico. Al di fuori di queste persone la legge del Karma incide soltanto indirettamente, nella concezione astratta del mondo connesso con il tutto. Nel salto quantico non ci deve essere questo rapporto tra le persone, la comunicazione tra di loro, ma un fatto ritenuto meritevole di poter attivare il salto quantico può essere scelto casualmente. Questo fatto scelto casualmente consentirà come la legge del Karma spiega bene a instaurare un rapporto simbiotico con il tutto in maniera positiva. A differenza della legge del Karma poi i fatti che si scelgono per attivare il salto quantico sono personali, non sono appesantiti da vincoli, non devono essere fatti contro voglia anche quando appaiono giusti. Un modo semplice per l’attivazione del salto quantico è dato quando in un determinato contesto anche completamente sconosciuto si elimina la negatività insita nell’ambiente. Questo tipo di negatività è legata dalla trasmissione fatta dalle persone in un contesto abituale e quotidiano. Al principio del processo di innalzare la propria coscienza, può essere proficuo fare un determinato esercizio di comprensione della realtà quantica, un modo semplice per addentrarsi nella tematica in maniera più “consapevole”. Il salto quantico non è istantaneo, non si raggiunge in un giorno, ma di certo se nemmeno si comprende il funzionamento allora è meglio vivere la quotidianità come sempre, senza addentrarsi in queste tipologie idealizzate e prive di una vera utilità. L’ambiente circondante, in cui ogni giorno ci immergiamo per diversi motivi funziona in maniera statica, per la maggior parte del tempo. Sono pochi gli eventi che destabilizzano la quotidianità e nella maggior parte delle volte subiamo gli eventi stessi. Queste azioni nuove riportano sempre al ripetersi in maniera altalenante agli eventi in maniera ripetitiva. Tralasciando gli aspetti puramente legati all’essere, che si rifanno alla giusta interpretazione di libertà insita in ognuno di noi, la quotidianità è una realtà che può ripetersi anche per un lungo periodo, alcune persone diventano perfino abitudinarie nei loro atteggiamenti per un periodo che considera innumerevoli anni. Da questa prospettiva, leggendo le indicazioni sul salto quantico, qualcuno potrebbe pensare che leggere qualche libro, informarsi, essere onesto e ligio sul lavoro, essere amorevole con i propri familiari e con le amicizie, fare di tanto in tanto un po' di sport, aiutare quando c’è la possibilità persone sfortunate, saper leggere la realtà e sfuggire dai pericoli e informare gli affetti più cari delle possibili insidie, siano tutti modi per fare il salto quantico. Si è vero ma manca la consapevolezza di cosa sia il mondo quantico. Per tale ragione e insistendo sul fatto che la libertà è strettamente legata al mondo quantico in maniera indelebile, il salto quantico prevede “sempre” un relazione con il mondo circostante. Le altre persone che vivono nella quotidianità che si incontrano giorno per giorno, riflettono in maniera quasi impercettibile degli stati d’animo giornalieri offuscati da diversi malesseri, anche mentali nella quale tendono a ricercare inconsciamente una risposta al di fuori di loro. Tale procedura di esternazione anche se ben nascosta nell’essere, può essere captata da chi vuole fare un salto quantico, in modo da generare in quella giornata un cambiamento, tale che sia funzionale all’acquisizione di nuova consapevolezza. Questa modalità richiede molta volontà e non può essere attivato sempre e in ogni modo. Ci sono degli step che richiamano sempre il precedente. Se al primo step c’è un blocco, allora bisogna fermarsi. Nella quotidianità quindi alcune persone intorno a noi, anche perfetti sconosciuti possono esteriorizzare un certo malessere, questo anche se tenuto ben nascosto (da tale procedura non si considerano i malesseri legati puramente agli aspetti economici e di dipendenza di ogni tipo, per la estrema difficoltà di applicazione) può essere percepibile da diversi segnali come imbarazzo, estrema timidezza, docilità, solitudine, trascuratezza, essere irrequieti, nervosismi, stress e altri simili. Questi segnali sono delle sintomatologie, chiara esternazione di una negatività. Se dall’incontro traspare tale situazione in una persona, questo può essere un segnale quantico per poter agire. Per agire ci devono essere tutti i presupposti e le sicurezze del caso, soprattutto la voglia di farlo in maniera quantica. Entrare in relazione con una persona che introietta negatività nell’ambiente, prevede una fase di pre-allerta di una possibile cattiva reazione o risposta, per tale ragione utilizzare la massima spontaneità e un pretesto anche falso per instaurare un contatto visivo e comunicativo. Di solito il contatto è breve e risolutorio, ma potrebbe indicare una predisposizione alla ricerca di comprensione da parte di altri. Questa predisposizione al dialogo è sintomo che può essere effettuato un intervento nel mondo reale legato al salto quantico. Le persone che di solito soffrono di solitudine, non vengono accettate volentieri nei vari contesti sociali, stanno in disparte, per più tempo e in maniera abituale, possono essere prescelti affinché si porti avanti l’esercizio quantico per la comprensione. L’esercizio è eliminare il più possibile la negatività, questa può essere fatto anche con un semplice dialogo, ma ci potrebbe anche volere molto più tempo di mezzora. Quindi ci deve essere l’intenzione nel farlo e la scelta accurata della persona, considerando anche l’età e altri fattori ambientali. Intrapreso l’esercizio, questo può essere anche bloccato sul nascere, ma questo non significa che può essere ripetuto o intrapreso un approccio con un’altra persona che ha quelle determinate caratteristiche. Nel mondo di oggi, il malessere è in alcuni casi artefatto, una modalità quotidiana di gestire le cose, un modo con cui le interazioni possono essere più facilmente controllabili, anche per tale ragione nei vari livelli di potere (si considera anche le religioni organizzate), provocare, fare anche celatamente del male, può essere un modo di controllo del potere rispetto agli altri. Le persone vivono e sono introiettate in un ambiente ostile, più congeniale al controllo e al mondo degli affari, che in una specifica modalità tentano di far trasparire questo malessere inconscio che li rende ciechi e suscettibili dell’ambiente. Anche l’egoismo di più persone può essere causa di emarginazione di una singola persona, che risente della situazione, esteriorizzando la sintomatologia. Premettendo che non ci deve essere nessuna costrizione, nell’esercizio è importante togliere la negatività, questo comporterà una reazione del sistema quantico, poiché si avranno delle risposte immediate dall’ambiente in risposta alla vostra volontà di aiutare, che si ripercuotono negativamente se non si è adeguatamente preparati. Se si riesce ad eliminare le vere negatività, quelle che causano i veri malesseri ad una persona scelta a caso nell’ambiente, allora il sistema quantico dimostra il suo funzionamento, nel senso che non si riceve nell’immediato un flusso di eventi positivo, ma bensi all’incontrario, molto negativo che deve essere saputo gestito. Facendo trascorrere il tempo in maniera congeniale da far passare la negatività e accompagnarla in maniera figurata a dissiparsi da sola, non facendo niente o reagendo in maniera giusta al contesto, il sistema quantico restituisce una positività e se si compie l’esercizio per la prima volta, restituisce anche la comprensione reale del mondo quantico. I fatti possono essere imprevedibili, anche le reazioni in un certo senso rispondono al caso e non sempre hanno un andamento voluto, ma se si riesce nell’esercizio allora il mondo quantico restituisce con queste modalità.
25/05/2020
25/05/2020