Nel panorama delle persecuzioni sofisticate, fatte in modo tale da passare inosservate c’è sempre stata una contraddizione di fondo che negli anni ha causato una rottura sempre più forte tra le presunte vittime nel trovare una soluzione accettabile, almeno plausibile e il mondo circostante. Anche perché si deve partire dal presupposto consolidato che determinate “cose” esistono solo a livello di complottismo e che per la maggior parte delle persone non esistono nemmeno. Da questo punto di partenza poi le soluzioni al problema non emergono e non sono disponibili, anche perché colui o colei che dovesse essere “preda” di una tale persecuzione “complottista” non avrebbe in questo momento nessun supporto, nemmeno psicologico o morale, perché non esiste. Se si considerano poi i social media con i relativi gruppi e pagine dedicate allora tutto sembra un caos creato ad arte per restare sempre nella confusione di non capire tutto e con la speranza e la convinzione di un qualcosa che non potrebbe mai essere provato, né dalla presunta vittima, né da un investigatore, né da un giornalista, né da nessuno. Tutto si conclude sempre e da anni con delle argomentazioni futili, immischiate con poche verità e condite con una forma di autolesionismo e vittimismo dovuto alle più inquietanti prospettive che l’uomo abbia mai potuto sperimentare su altri esseri umani. Chi si definisce vittima, conosce bene quello che vive sulla sua pelle e la maggior parte di loro lo espone con proprie conclusioni definitive sulle cause e sulle motivazioni che a lungo andare saranno proprio quelle che creano più confusione. Tante persone ne parlano, tanti invece, la maggior parte nemmeno ne conosce l’esistenza. Se queste forme di persecuzione sono presenti nel dibattito collettivo, allora ci dovrebbe essere anche la voglia di capire, specie di chi ne subisce le conseguenze, anche per trovare una soluzione al problema. C’è da dire che molte vittime di stalking organizzato sono molto acculturati, più della media, altri invece sono molto giovani (con giovani si intende ragazzi tra i dodici e i quindici anni), altri ancora sono molto avvenenti, altri sono molto sociali, ecc. Allora come mai in questi casi in cui le presunte vittime non sono prese solo tra coloro che non ne potrebbero capire la sottigliezza infima e celata di un destino inesorabilmente cattivo e si usano personalità che facilmente riuscirebbero a spiegare un fenomeno cosi controverso o che farebbero presa con il loro racconto per l’età che hanno per esempio, essi non ci riescono? Sicuramente molti collegamenti ai sintomi sono ricollegabili nelle informazioni reperibili a disturbi di vario genere, compresi la malattia mentale. Nello stalking organizzato per come spiegato anche da molti siti e anche da questo blog le persone vengono indotte in uno stato patologico sia psicologicamente che socialmente, molte di queste vittime poi si presume non se ne rendono nemmeno conto, cioè sono quelle che sono indotte nelle cosiddette “cattive strade”, tipo la tossicodipendenza o la miseria economica, solo per fare pochi esempi. Da quello che emerge, non esistono solo i social media, ma sono attive anche delle associazioni specifiche che trattano questo tipo di tematiche, anche se non sono mai state incisive e non hanno portato grossi risultati in merito al far emergere questa problematica. Anche per le associazioni, molte di loro hanno un comportamento molto simile ai gruppi sui social, cioè trovano delle soluzioni al problema (stalking organizzato) fuorvianti, che allontanano ogni possibile forma di interessamento specifico da parte di coloro che potrebbero mettere il naso in affari loschi. Le soluzioni e le argomentazioni legate allo stalking organizzato più gettonate e presenti sul web sono per esempio il microcip, il satellite, la voce nella testa, la telepatia, i servizi segreti, i diavoli, gli spiriti maligni, il computer quantistico, i pensieri indotti, i rumori nella testa, e tanti altri simili. Ma si dovrebbe dire per esempio che con lo stalking organizzato la persona acculturata è portata in una condizione di inferiorità rispetto agli altri con delle ripercussioni sul suo lavoro o in un altro posto come la scuola, il ragazzino invece verrebbe preso di mira con il bullismo, la persona avvenente non riuscirebbe a trovare nessuno che gli faccia i complimenti per la sua bellezza, anzi il contrario. Chi invece è molto sociale rimarrebbe senza amici. Sono tutti esempi per spiegare di cosa si parla di concreto, quando si inizia a spiegare lo stalking organizzato. Lo stalking organizzato è questo nello specifico, molto sinteticamente, ma può variare molto anche in base alla personalità di chi è vittima. Per esempio una persona molto gelosa del proprio partner, si ritroverebbe con un programma di stalking organizzato in un momento specifico della propria vita ad avere dei contrasti sul lavoro con i colleghi, ad avere delle discussioni accese con i propri amici e infine senza partner. Il risultato sarebbe una condizione spiacevole e anche pericolosa, che potrebbe arrivare perfino all’omicidio. Il fatto è che si vuole asserire la possibilità che qualcuno può fare e interagire in maniera tale da cambiare le convinzioni e le credenze delle persone in un modo da indurre determinati comportamenti. Perchè lo stalking organizzato è anche questo, ma pochi lo dicono e ci fanno caso. In queste dinamiche è intuibile come lo schema dell’esempio può essere riproposto con altre modalità e con varie modulazioni, tali da portare ad un risultato ben preciso, spesse volte anche spiacevole per altre persone che risultano innocenti. Le dinamiche del terrorismo per esempio hanno in qualche modo una correlazione con lo stalking organizzato perché colui che riceve questo tipo di trattamento “stalking organizzato” in base alle sue peculiarità caratteriali potrebbe di sua spontanea volontà diventare un terrorista spietato, con questo meccanismo. Facendo questo tipo di premessa sulla capacità delle informazioni che vengono recepite dal web di essere travianti per chiunque, si può dire che lo stalking organizzato è una forma di “lunga” sorveglianza fatta con crudeltà e capace di manipolare un contesto ambientale, un gruppo, una organizzazione e il vissuto delle persone. La crudeltà principale è sicuramente quella legata allo stato di frustrazione che si ripercuote per l’intera giornata per anni e non solamente fatta dalle delusioni nella vita di tutti i giorni ma anche da espedienti ripetitivi e ossessivi che si ripresentano sempre con le stesse modalità e la stessa intensità. Con questa spiegazione non si vuole dare una definizione univoca al problema, perché potrebbe essere fatto anche in altri modi, con altri contesti e con differenti finalità. Ad esempio nel campo politico si potrebbe con questo tipo di metodologia, mettere in atto dei processi di selezione delle idee in maniera tale da interrompere una carriera politica, oppure una opportunità di riunione e sviluppo di un determinato gruppo con delle specifiche ideologie. Lo stalking organizzato è una programmazione che disfa ogni cosa e distrugge il vissuto delle vittime, ma non lo fa in maniera palese, con le armi o con la violenza, ma attraverso sistemi più occulti, celati agli altri, anzi dove gli altri entrano nel programma affinché siano loro stessi i protagonisti dello stalking (alcuni credono inconsapevolmente). In poche parole si sta dicendo che in qualche modo si porta gli altri a cambiare opinione, giudizio e valutazione nei confronti della vittima. Vittima che nel frattempo ha potuto creare delle specifiche relazioni politiche, sociali, economiche, familiari, amorose, ecc. che sistematicamente vengono sicuramente alterate, alcune volte distrutte. Non si disfano solo la rete sociale dietro alle relazioni, ma spesso è la stessa vittima che si auto distrugge o che distrugge gli altri in un modo o in un altro. Il parametro che viene preso non è un solo caso in un giorno qualsiasi, ma una specifica azione ripetitiva e ossessiva, attraverso la quale e con un determinato tempo porta al risultato di distruzione. Se si volesse spiegare in maniera complottista si farebbe un ragionamento del tipo che un determinato raggio che proietta radiazioni ad uno scimpanzè inserito in un gruppo di scimpanzé in una gabbia dello zoo, questo causerebbe l’isolamento dello scimpanzè inondato dalle radiazioni e la diffidenza da parte del gruppo nei suoi confronti. Allo stesso scimpanzè poi il gruppo cercherebbe di impedirgli di mangiare, di dormire regolarmente, di salire sull’albero, ecc, ma senza fargli mai una brutale violenza fisica, solamente mostrandogli diffidenza (nel mondo degli umani sarebbe una violenza morale o mobbing spinto). Finchè lo scimpanzé fa lui violenza o altro comportamento offensivo contro gli altri attivando quel processo distruttivo, dove in questo caso gli altri esemplari possono attivare anche la violenza brutale. Nel mondo animale lo stalking organizzato sarebbe spiegato in questo modo, nel mondo degli umani, tutto è molto più complicato. Un ultima considerazione è sul fatto che lo stalking organizzato può essere fatto in maniera che la vittima ne prenda coscienza, ma può essere fatto anche in modo che non ne prenda coscienza, può essere modulato verso una determinata persona che ha delle specifiche caratteristiche intellettive o determinate risorse finanziarie, può essere fatto con determinati metodi che sono riconducibili alla guerra elettronica, oppure può essere assimilabile alla programmazione neuro linguistica con tutti gli aspetti psicologici. Può riguardare una determinata manipolazione mentale o impedire che determinate idee o persone con delle determinate capacità riescano a ricoprire specifiche cariche nella società. Può essere fatto per controllare una comunità/gruppo o le idee che vengono portate avanti, anche quelle legate al commercio e ai prodotti. Quello che si vuole dire in sintesi è che anche se lo stalking organizzato oggi è un argomento tabù, che ricade nel complottismo, un domani potrebbe diventare una modalità acclarata e conosciuta di come si può fare la guerra senza usare le armi, fare cambiare opinione odiando il prossimo, inculcare idee senza rivelare i retroscena, indurre al suicidio, cambiare l’ambiente sociale o le abitudini del vestirsi, del consumare, del trascorrere del tempo, degli ideali e dei principi e perché no: arrivare un giorno a controllare il pianeta terra in tutti i suoi aspetti.
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AutoreL'importante è essere onesti, leali e rispettosi delle cose che ci sembrano più importanti. Le altre cose sono solo piccoli dettagli. Archivi
Giugno 2020
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